domenica 25 aprile 2010
Prospettive, un anno dopo
In occasione dell'edizione di Prospettive per l'IPad, ho "restaurato" un paio di disegnini... Non è stato facile calarsi di nuovo nel fumetto e nei personaggi... Quasi stavo per abbandonare l'idea, ma alla fine, ne sono stata contenta.
domenica 11 aprile 2010
Giuseppe dorme
Questa settimana è cominciata con il cielo terso e il sole abbagliante. Avrei potuto dichiarare che a Pavia è iniziata la primavera, ma fino a l’altro ieri non sono riuscita a mettere il naso fuori di casa, e la cosa è stata anche buffa.
Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì… sono impegnata giorno e notte, per dei lavori di lettering a stretta consegna e i progetti relativi a dei nuovi fumetti che NON SI SA se e quando vedranno la luce (ma di belle speranze): entrambe le attività mi appassionano e mi esaltano, ma la mattina apro la finestra, esco sul balcone e mi riprometto che troverò il tempo per un’uscitina pomeridiana. Non solo per vedere la primavera, ma anche un po’ di gente: a Vienna, i genitori di Giuseppe sono andati a trovarlo e ci siamo accordati di rinunciare alla nostra consueta oretta giornaliera di webcam per qualche giorno… nessun contatto umano visivo, né reale nè virtuale! Mercoledì, mi vesto, mi metto il giubbotto primaverile, prendo le chiavi di casa, ma ho il dannato scrupolo di controllare se è arrivata qualche mail di lavoro. Giovedì, si ripete la stessa scena, solo che questa volta ricevo un sms da Giuseppe da Vienna, con quasi due ore di anticipo rispetto al solito orario… i suoi genitori sono partiti di mattina, mi chiede di vederci al computer.
Venerdì, riesco a uscire! Non mi sembra vero, dopo quattro giorni tappata a casa da sola. Sono le cinque e mezza del pomeriggio, mi accorgo che fuori la temperatura è già abbastanza alta, e che avrei dovuto portarmi gli occhiali da sole.
La primavera è una stagione che mi piace, soprattutto perché non ho mai avuto molto la possibilità di godermela: a Catania, non durava che pochi giorni. Si diceva direttamente “è arrivata l’estate”, si prendeva la tovaglia e si andava a buttarsi a mare: certo, mi piacerebbe di più fare quello, ma a Catania non mi capitava mai di uscire di casa e andarmi a sdraiare su un prato. Quelli del Parco Gioieni e della Villa Bellini non mi attiravano, anche perché la mia mente tendeva sempre ad un’associazione di idee del tipo “verde cittadino” = “maniaci sessuali”.
A Pavia, dovrebbe durare almeno qualche altra settimana, prima che arrivino le zanzare. Sono arrivata al Ticino in pochi minuti e mi sono seduta sotto un salice piangente (il sole comunque tendo a evitarlo, quando non posso farmi il bagno). Ho provato a disegnare un po’, lungo la sponda del Ticino vicino al Ponte Coperto. Poi, però, la testa mi si è svuotata, e mi sono sdraiata. Anche se ho percepito la stanchezza, non sono riuscita ad addormentarmi, innanzitutto perché sentivo la presenza dei cani intorno a me.
… già, ce n’erano parecchi, con i loro padroni che li tenevano al guinzaglio, oppure che li chiamavano con grida isteriche, o che li lasciavano sfrecciare sul praticello. Sentivo il loro respiro, se mi passavano troppo vicini, e non ero in grado di rilassarmi. Colpa del morso di due anni fa!
Sabato, replico. Esco di mattina, compro da mangiare al mercatino, e pedalo di nuovo fino al all’altra parte del fiume, quella con il Parco del Ticino. Il posto è bello, ma il panorama da disegnare lo trovo meno stimolante. Non disegno anche perché ho la testa affollata di pensieri multiformi. Fra questi, penso che un anno fa, proprio in questo periodo, ho completato Prospettive. Adesso, la Tunué mi ha comunicato che vorrebbero lanciare tutti i loro graphic novel per l’IPad: ci sarà la presentazione al Napoli Comicon. Io non ci sarò: il 30 aprile vado a Bruxelles, per cinque giorni, a festeggiare il compleanno di Giuseppe, da una coppia di buoni amici. Ah, vorrei fare qualche nuovo disegno per l’edizione (si dice così?) di Prospettive sull’IPad!
Le uscitine e i prati verdi non mi hanno aiutato a combattere l’ansia crescente: continuo a svegliarmi alle 3 di notte e cambio posizione sul cuscino almeno una dozzina di volte. Di solito, inizio a credere che è entrato qualcuno in casa, ho la tentazione di alzarmi e accendere il computer e cerco di concentrarmi su qualcosa che mi trasmette serenità, come l’immagine di Giuseppe che dorme. Ma soprattutto, comincio a entrare nella testa dei personaggi dei miei fumetti, che sono tutti rimasti solamente in fase di progettazione. Adesso, però, uno di loro ha acquisito la priorità assoluta: ho appeso al muro della mansarda le sue immagini, così che me lo ricordi sempre, anche quando lavoro al lettering. E temo per il fatto che dovrò abbandonare le altre storie. Penso allo storyboard di Igloopolis, a cui ho lavorato fino a un paio di settimane fa: 89 pagine, dense e stratificate di più livelli di lettura, a cui al momento non potrò dare un seguito. Mi devo augurare un momento che potrebbe diventare un anno, ma non posso fare a meno di dispiacermi.
Cerco di immaginare di nuovo Giuseppe. Non ho mai visto nessuno dormire più beatamente di lui. Riesco a riprendere sonno…
Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì… sono impegnata giorno e notte, per dei lavori di lettering a stretta consegna e i progetti relativi a dei nuovi fumetti che NON SI SA se e quando vedranno la luce (ma di belle speranze): entrambe le attività mi appassionano e mi esaltano, ma la mattina apro la finestra, esco sul balcone e mi riprometto che troverò il tempo per un’uscitina pomeridiana. Non solo per vedere la primavera, ma anche un po’ di gente: a Vienna, i genitori di Giuseppe sono andati a trovarlo e ci siamo accordati di rinunciare alla nostra consueta oretta giornaliera di webcam per qualche giorno… nessun contatto umano visivo, né reale nè virtuale! Mercoledì, mi vesto, mi metto il giubbotto primaverile, prendo le chiavi di casa, ma ho il dannato scrupolo di controllare se è arrivata qualche mail di lavoro. Giovedì, si ripete la stessa scena, solo che questa volta ricevo un sms da Giuseppe da Vienna, con quasi due ore di anticipo rispetto al solito orario… i suoi genitori sono partiti di mattina, mi chiede di vederci al computer.
Venerdì, riesco a uscire! Non mi sembra vero, dopo quattro giorni tappata a casa da sola. Sono le cinque e mezza del pomeriggio, mi accorgo che fuori la temperatura è già abbastanza alta, e che avrei dovuto portarmi gli occhiali da sole.
La primavera è una stagione che mi piace, soprattutto perché non ho mai avuto molto la possibilità di godermela: a Catania, non durava che pochi giorni. Si diceva direttamente “è arrivata l’estate”, si prendeva la tovaglia e si andava a buttarsi a mare: certo, mi piacerebbe di più fare quello, ma a Catania non mi capitava mai di uscire di casa e andarmi a sdraiare su un prato. Quelli del Parco Gioieni e della Villa Bellini non mi attiravano, anche perché la mia mente tendeva sempre ad un’associazione di idee del tipo “verde cittadino” = “maniaci sessuali”.
A Pavia, dovrebbe durare almeno qualche altra settimana, prima che arrivino le zanzare. Sono arrivata al Ticino in pochi minuti e mi sono seduta sotto un salice piangente (il sole comunque tendo a evitarlo, quando non posso farmi il bagno). Ho provato a disegnare un po’, lungo la sponda del Ticino vicino al Ponte Coperto. Poi, però, la testa mi si è svuotata, e mi sono sdraiata. Anche se ho percepito la stanchezza, non sono riuscita ad addormentarmi, innanzitutto perché sentivo la presenza dei cani intorno a me.
… già, ce n’erano parecchi, con i loro padroni che li tenevano al guinzaglio, oppure che li chiamavano con grida isteriche, o che li lasciavano sfrecciare sul praticello. Sentivo il loro respiro, se mi passavano troppo vicini, e non ero in grado di rilassarmi. Colpa del morso di due anni fa!
Sabato, replico. Esco di mattina, compro da mangiare al mercatino, e pedalo di nuovo fino al all’altra parte del fiume, quella con il Parco del Ticino. Il posto è bello, ma il panorama da disegnare lo trovo meno stimolante. Non disegno anche perché ho la testa affollata di pensieri multiformi. Fra questi, penso che un anno fa, proprio in questo periodo, ho completato Prospettive. Adesso, la Tunué mi ha comunicato che vorrebbero lanciare tutti i loro graphic novel per l’IPad: ci sarà la presentazione al Napoli Comicon. Io non ci sarò: il 30 aprile vado a Bruxelles, per cinque giorni, a festeggiare il compleanno di Giuseppe, da una coppia di buoni amici. Ah, vorrei fare qualche nuovo disegno per l’edizione (si dice così?) di Prospettive sull’IPad!
Le uscitine e i prati verdi non mi hanno aiutato a combattere l’ansia crescente: continuo a svegliarmi alle 3 di notte e cambio posizione sul cuscino almeno una dozzina di volte. Di solito, inizio a credere che è entrato qualcuno in casa, ho la tentazione di alzarmi e accendere il computer e cerco di concentrarmi su qualcosa che mi trasmette serenità, come l’immagine di Giuseppe che dorme. Ma soprattutto, comincio a entrare nella testa dei personaggi dei miei fumetti, che sono tutti rimasti solamente in fase di progettazione. Adesso, però, uno di loro ha acquisito la priorità assoluta: ho appeso al muro della mansarda le sue immagini, così che me lo ricordi sempre, anche quando lavoro al lettering. E temo per il fatto che dovrò abbandonare le altre storie. Penso allo storyboard di Igloopolis, a cui ho lavorato fino a un paio di settimane fa: 89 pagine, dense e stratificate di più livelli di lettura, a cui al momento non potrò dare un seguito. Mi devo augurare un momento che potrebbe diventare un anno, ma non posso fare a meno di dispiacermi.
Cerco di immaginare di nuovo Giuseppe. Non ho mai visto nessuno dormire più beatamente di lui. Riesco a riprendere sonno…
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