lunedì 31 dicembre 2012

Buon 2013

lunedì 19 novembre 2012

Confusione di date


Nell’altra parte del mio animo di mezzafumettista, c’è questo mio piacere di tenere i conti.
Mi diverto talmente con i conteggi, da tenere d’occhio perfino i mesi che sono passati dal giorno del primo bacio con il mio ragazzo, e da segnalargli la cosa con la perfetta dose di romanticismo da sbeffeggiare : "Tesoro, oggi è il nostro mesiversario. Dunque, stiamo insieme da…" e giù il totale dei mesi, moltiplicati e sommati a mente.

Novembre, è il periodo del nostro anniversario. Nella mia testa, il giorno importante era fissato a fuoco come il 19 novembre.
Dove potremo andare, io e Giuseppe, quel giorno? Senz’altro, a mangiare qualcosa fuori… a pranzo o a cena? Gli compro un regalo? E poi che faremo? Dai, gli faccio io una sorpresa…
"Tesoro, il 19 facciamo l’anniversario, tu che ne dici di questa mia pensata…"

… me ne sono accorta appena in tempo, che mi stavo sbagliando, soltanto una manciata di ore prima. Mi sono ricordata il giorno giusto e che il 19 novembre non è la data del nostro anniversario, bensì quella della scomparsa di Maria Grazia Cutuli.

Per lungo tempo io e Giuseppe abbiamo lavorato duramente tenendo sempre in mente questa data, e il nostro libro è stato pubblicato a dieci anni da quel 19 novembre 2001. Per un altro anno, poi, Dove la terra brucia ci ha portato in giro per l’Italia e all’estero, a parlare di LEI: Lucca, Catania, Palermo, Alessandria, Faenza (RV), Maizières-lès-Metz (Francia), Tolentino (MC), Lussemburgo, Sarzana (SP), San Benedetto del Tronto (AP). E ci sarà un’altra presentazione del libro a Fusignano (RV) il prossimo 1 dicembre. E le locandine della VIII edizione del Premio di Giornalismo a lei intitolato sono state realizzate con alcune immagini del fumetto. E presto il libro verrà pubblicato in Spagna dalla Norma Editorial, editore di grande rilievo nazionale. E sto lavorando anche alla colorazione del libro, per un altro progetto. E ci sarebbe davvero molto altro…

A volte, quando parliamo di lei in pubblico, cerchiamo di non usare il tono confidenziale nato dallo stretto contatto con l’idea e la storia della sua vita. Anche tra di noi, cerchiamo di non riferirci a lei semplicemente come “Maria Grazia”. Poco tempo fa, Giuseppe mi chiedeva: “Secondo te, le saremmo stati simpatici?”, ed io ho risposto senza esitazione, sì.

Mi immagino la sua risata, che assomiglierebbe un po’ a quella di sua sorella Donata, a ridere di tutta la confusione di date che ho fatto. Mi immagino i suoi occhi, leggermente socchiusi nella sua espressione divertita. Io avrei voglia di dirle grazie, ma se lo faccio va a finire che si irrita, perché non c’è mica bisogno di fare troppe cerimonie. Lei già lo sa. Continuiamo a fumarci una sigaretta insieme… 

domenica 4 novembre 2012

Turisti a Lucca Comics


Un anno fa ero a Lucca Comics & Games, a coccolare insieme a Giuseppe il nostro nuovo libro su Maria Grazia Cutuli, “Dove la terra brucia”. Quest’anno ci siamo ritornati con l’intenzione di comportarci approssimativamente da turisti.
E così c’è stato molto tempo per dedicarmi a un’attività a cui avevo sempre sperato di dedicare maggiore attenzione del solito: le mostre, gli showcase e gli incontri… spinta dalla curiosità, in cerca di emozioni e, alla fine, sorpresa dalla scoperta di modelli.

Le tavole a fumetti di Laura Zuccheri, in mostra al Palazzo Ducale, mi hanno commosso profondamente. Sono quasi certa che la dedizione e l’amore in quello che disegna traspaiono con chiarezza ai semplici spettatori, figuriamoci ai suoi lettori. Ma io, da lettrice, non ero riuscita a immaginare quanto grande fosse una singola tavola, al punto che, spesso, era divisa in più fogli da disegno, che raggruppavano le vignette in orizzontale. Anche i suoi lavori come pittrice mi hanno incantata. Mi hanno anche portato un senso di piacevole nostalgia…



Fra gli incontri e gli showcase che ho seguito, solo un paio mi hanno presa al punto di aver voglia di ritrarre le facce degli autori protagonisti…

Ho seguito la lectio magistralis di Mino Milani, uno sceneggiatore che, confesso, non conoscevo prima di aver letto il programma di Lucca C&G. In realtà, non sapevo se Lucca C&G avesse mai organizzato incontri di questo tipo, e la cosa mi incuriosiva. Leggere la biografia di Mino Milani su internet ha continuato a destare il mio interesse. Innanzitutto, il luogo e la data di nascita: Pavia, 3 febbraio 1928… ma guarda, uno sceneggiatore di Pavia! Poi, una produzione di scritti in numero impressionante.
All’incontro, sono riuscita a trovare un posto in seconda fila e, dopo avere ascoltato la presentazione da parte di un commosso Giulio Cesare Cuccolini, ho capito che quel signore anziano al suo fianco era una persona molto speciale.
Aveva smesso di scrivere avventure a fumetti trent’anni fa, eppure il solo immaginare il ricordo delle sue storie è stato sufficiente a far battere i cuori del pubblico. Ho cominciato a disegnarlo e a prendere appunti, ma non sono riuscita a ritrarlo in modo accettabile. Credo sia uno di quegli uomini straordinari capaci di raccontare una stessa storia in modo da far ridere o da far piangere.
Mi ricordo il suo approfondimento sulle origini del termine “avventura”: dal latino ad ventura, affrontare il mondo che verrà. Le storie di avventura insegnano ad affrontare la vita, a combattere senza fuggire di fronte agli ostacoli.
Mi ricordo di quello che ha detto a proposito della censura. Se un autore scrive solo per mestiere, privandosi della passione e del coraggio delle nuove idee, finisce per fare esclusivamente quello che vogliono gli altri. La censura delle nuove idee generata dal compiacimento altrui è da combattere. La sola costruttiva censura è quella che un autore deve dare a sé stesso, in coerenza con sé stesso.
Mi ricordo la sua ultima citazione, mentre ha commentato la differenza fra la generazione dei “ragazzi” che leggevano le sue storie e tutti i giovani cosplayer che aveva visto in giro per Lucca:
«Credo di essere sempre pronto a un vino vecchio e a un’idea nuova»
a cui è seguita una lunga standing ovation…

Anche durante il Comic Talk con Barbara Canepa, David Beauchard, Tuono Pettinato, Kevin O’Neal e Jim Lee, ho provato a fare dei ritratti, e stavolta il risultato mi ha lasciato una certa soddisfazione…
Di Tuono e David B. avevo già osservato i lineamenti in altre occasioni, mentre i rimanenti autori li vedevo di persona per la prima volta. Strano che non avessi mai visto prima Barbara Canepa, anche se ho amato tanto la sua “Skydoll”! 

A loro sono state rivolte poche domande, a cui rispondevano a turno. Dal pubblico, gli è stato chiesto quale fosse “la più grande difficoltà che avessero mai affrontato come autore di fumetti, in tutta la loro carriera”. Le risposte sono state sorprendenti e divertenti. Barbara Canepa ha raccontato di tutti i “no” che le rifilavano le case editrici, le espressioni di disgusto da parte di alcuni editori e i momenti di solitudine di questo mestiere di misantropi, e invitava i fumettisti fra il pubblico (di certo, ce ne dovevano essere tanti altri come me) a non scoraggiarsi mai. Di contro, Jim Lee ricordava con nostalgia i periodi precedenti al suo esordio, quando si impegnava tantissimo per trovare la propria strada, mentre il più piccolo incoraggiamento da parte di un editore portava l’estasi e il batticuore che non torneranno mai più.


... Non è rimasto molto tempo per comprare fumetti.
Da qualche settimana abito ad Alessandria, in una bella casa dove io e Giuseppe abbiamo portato tutti i libri accumulati nel corso dei quattro anni trascorsi a Pavia. Al termine del trasloco, dopo aver contato trentacinque scatoloni di peso oscillante fra i 15 e i 20 kg, ci eravamo rifiutati di comprare anche un solo libro nuovo. A Lucca, però, la nostra convinzione si è dissolta come neve al sole. E così eccoli lì sul tavolino dell’ingresso, tutti i fumetti che abbiamo comprato... Mi è mancata l'occasione di girare per bene, e alla fine i miei acquisti si sono rivolti a pochissimi editori, lasciandomi quasi una sensazione di colpa. 
Adesso li guardo e già penso a qualcos'altro. Ad occhio e croce, mi chiedo se riempirebbero un altro mezzo scatolone, e quanti kg possano pesare…



martedì 22 maggio 2012

La primavera digitale del fumetto


Dopo la Fiera del Libro di Torino, il Fullcomics & Games, a cui ho partecipato nei giorni del 19 e 20 maggio, a Milano, ha rappresentato un momento di ulteriore riflessione sul fumetto digitale. Non sono sicura che la “primavera”, però, sia effettivamente iniziata…

Il venerdì, ho potuto apprezzare la maggior parte degli interventi presentati al  convegno “L’era digitale del fumetto”, in particolare le questioni legali legate al diritto d’autore. Credo che la relatrice, l’avvocatessa Annalisa Spedicato, non si aspettasse tanta partecipazione e curiosità da parte del pubblico, che, al contrario, ha dimostrato di avere la necessità di approfondire i vari argomenti legati alla distribuzione del fumetto sul web, e alla sua trasformazione in opera digitale: nel libro Il diritto d'autore nelle opere a fumetti (realizzato insieme a Salvatore Primiceri - la principale “mente” del FullComics), che è stato regalato a tutti i partecipanti al convegno, vengono analizzati nel dettaglio. Al momento sembrano esserci molti vuoti normativi, per cui si raccomanda che all’interno del contratto tra autore ed editore venga curato ogni minimo particolare. In effetti il dubbio sorge su tutti quei contratti stipulati e firmati qualche anno fa, sulla base dei quali alcuni editori hanno cominciato comunque a produrre degli e-comics
C’è stato inoltre l’intervento di Gianfranco Cordara, il Creative Director Disney Publishing Wordwide, che ha illustrato i vari tentativi, da parte degli editori, di un passaggio di un’opera a fumetti cartacea al supporto digitale. Riporto un estratto del suo intervento (qui il link all’articolo completo):
“Negli ultimi anni abbiamo assistito, e stiamo ancora assistendo, alla migrazione delle pubblicazioni editoriali dal supporto cartaceo a quello digitale. Anche il fumetto è completamente coinvolto in questa transizione e abbiamo vari esempi a testimoniare il progressivo avvicinamento alle nuove piattaforme in costante evoluzione. È il caso di webcomics, digicomics e motion comics che, partendo dal lavoro già svolto per il cartaceo, si adattano a un nuovo supporto capace di offrire dinamismo narrativo e interattività per l’utente. Sfortunatamente la replica non sfrutta ancora le piene potenzialità del mezzo digitale: per questo occorre ritornare alla radice e ripensare al fumetto non più come un media, ma come un linguaggio, per il quale occorre definire una grammatica e una struttura narrativa adatte al nuovo supporto di trasmissione.”

Provo a raccogliere le riflessioni che ho raccolto finora sul fumetto digitale, al momento distinguibile in cinque categorie:
1) Webcomic
2) Motion Comics
3) E-comics: fumetti da leggere su e-reader (es. Kindle, iPhone, iPad)

1. WEBCOMIC. Fra tutte le tipologie di fumetto digitale, il webcomic è certamente il più interessante: si tratta generalmente di fumetti inediti (nascono per essere innanzitutto pubblicati e letti sul web) ed ne esiste già una vastissima produzione (in Italia, la pubblicazione di uno dei più popolari, Eridian, risale al dicembre 2003). Pur mantenendo la peculiarità del linguaggio, il fumetto si trasforma, sfruttando le potenzialità del nuovo supporto.
Cambia la struttura della storia: in genere la narrazione di articola in piccoli episodi autoconclusivi. Cambia il formato e la gestione della tavola: per lo più, il webcomic è realizzato su striscia orizzontale, ma ci sono anche molti esempi di una breve serie di tavole allineate in verticale (ZeroCalcare, Davvero) o una lunga pagina sviluppata in verticale (Verticalismi). Cambia la periodicità: per un lettore di webcomic è quasi inaccettabile aspettare più di una settimana per conoscere il seguito di un episodio del fumetto.
Per un autore di webcomic, il web fornisce visibilità e un riscontro immediato da parte dei lettori che possono commentarlo. I commenti possono rivelarsi perfino utili allo sviluppo della narrazione o a valutare il gradimento dei personaggi. I “commentatori” si divertono a scrivere e analizzare le piccole questioni legate ai comportamenti dei personaggi, fino a sentirsi parte di una community.
Il web è meritocratico, ma ci sono ben pochi esempi di autori che riescono a ottenere delle gratificazioni ben “monetizzate”.
Il personaggio può essere tanto amato da un pubblico al punto che iniziare a produrre il relativo merchandising diventa una buona opportunità di profitto. Ancora, il webcomic può essere notato da un editore, che raccoglie i vari episodi in volume – come A panda piace (che oggi compie quattro anni di pubblicazioni sul web!) da Edizioni BD.
La casa editrice Shockdom (qui la pagina di presentazione) è stata la prima a creare fumetti non per la carta ma per il web, mettendo a disposizione degli autori di webcomic la propria piattaforma, con la possibilità per molti fumettisti di interagire fra loro nella community. I webcomic più amati dai lettori sono anche diventati dei libri, merchandising per gli stessi affezionati alla striscia. L’editore si preoccupa di trovare strategie per la comunicazione e la monetizzazione dei propri fumetti, inserendo anche dei banner pubblicitari nel proprio sito.
Un caso interessante è quello di Davvero, il fumetto on line di Paola Barbato. Il fumetto, al momento giunto alla sua 53a puntata, continuerà ad essere pubblicato on line fino alla 70a puntata, e poi verrà ripubblicato dall’inizio in albi da Star Comics. Ai fini della pubblicazione cartacea, la sceneggiatura, inizialmente articolata su episodi autoconclusivi di 6 tavole, verrà riadattata per svilupparsi sul classico albo italiano da 96 tavole in bianco e nero. Perciò, aggiungiamo che il fumetto verrà ridisegnato: per la maggior parte, comunque, da una selezione dei disegnatori originali di Davvero.

2. MOTION COMICS. Non sono sicura che dovrebbero essere chiamati ancora “fumetti”, i motion comics: si tratta di immagini tratte da storie a fumetti pubblicate su stampa, e riassemblate in forma di video. Scompare la classica gabbia della tavola a fumetti, le vignette diventano fotogrammi mentre i balloon e didascalie sono sostituite o integrate dal suono di una voce narrante o delle voci dei personaggi. Vengono spesso inseriti degli elementi di animazione, prime fra tutti lo scorrimento delle immagini, non di rado separate su più piani diversi, che però non rendono il motion comic un anime. Lo spettatore – non più il lettore!... – ascolta e segue i ritmi dettati dal video, contemplando fondamentalmente delle immagini statiche. Su youtube se ne può trovare qualche esempio, ma non in lingua italiana. Qui c'è il booktrailer del motion comic di Watchmen.

3. E-COMICS. E arriviamo alla questione che preoccupa tanti editori… Gli e-comics, che avrebbero dovuto risollevare le case editrici e i fumettisti dalla crisi… Al momento, però, in Italia sembra che la stragrande maggioranza degli e-comics siano soltanto fumetti cartacei “convertiti” per gli e-reader.

DAL CARTACEO ALL’E-COMIC
Sono le tipologie di adattamento ad essere diverse, si va alla fedele riproduzione dell’originale cartaceo al “potenziamento” del fumetto con elementi aggiuntivi:
a) semplice pdf: mantiene la costruzione delle tavole senza apporre alcuna modifica o aggiunta.
b) scomposizione in vignette: dalla tavola a fumetti originale si tagliano le varie vignette, in modo che la lettura scorra un’immagine per volta;
c) effetti di animazione o effetti sonori: i balloon e le onomatopeie compaiono balzando dall'immagine, alcuni oggetti si muovono, si sente lo scroscio della pioggia…   
d) contenuti e informazioni supplementari: il fumetto viene integrato con elementi di augmented reality.
Anche Disney ha puntato sugli e-comics di questo tipo. Nel dicembre 2009 lancia Digicomics, un sistema sviluppato per la lettura e la vendita dei suoi fumetti sull’Iphone. Il negozio assomiglia all’App Store. La ricerca delle singole storie (non numeri interi delle riviste) è agevolata dalla suddivione in categorie, anche secondo il personaggio preferito. La lettura dei fumetti avviene vignetta per vignetta: in questo caso, va sottolineato, di tratta di fumetti realizzati per la stampa e poi adattati al nuovo supporto.
Per quanto riguarda il potenziamento con l’augmented reality, dallo scorso novembre 2011 è stata resa disponibile la App di Dr Jekill e Mr Hyde di Lorenzo Mattotti, la prima applicazione Einaudi per iPad. Oltre al fumetto, il lettore può godersi gli sketches e le matite di base delle varie tavole e delle interviste video con l’autore. Niente di strano che l’applicazione, scaricabile gratuitamente da App Store, pesa ben 818 MB.
Chi non è provvisto di iPad (come la sottoscritta, sigh...), al momento può accontentarsi di vedere il booktrailer.

DALL’ E-COMIC AL CARTACEO
In Italia non conosco altri editori oltre Tunué che finora abbiano realizzato un fumetto da zero appositamente per iPhone e iPad. Hellzarockin’ ha un’idea di base molto semplice per la lettura: progettare una tavola a fumetti orizzontale, a colori, suddivisa in quattro vignette di eguale grandezza. Il lettore può così scorrere, alternativamente, una tavola o una vignetta alla volta. La App pesa 259 MB, costa € 0,79 e può essere letta in varie lingue: italiano, inglese, spagnolo, francese, tedesco. Lo scorso aprile Hellzarockin’ è diventato un libro: si è dunque arrivati al passaggio contrario, dall’iPad al cartaceo.


… banalmente, a mio modesto parere, essendo i nuovi supporti di lettura digitale ancora poco diffusi, la primavera digitale degli e-comics non è affatto cominciata. In realtà, si potrebbe sostenere che anche il webcomic non sia molto conosciuto. Anche per questo ho pensato a un mio piccolo contributo con questo post. Senz’altro, per un fumettista può diventare allettante l’opportunità di realizzare un fumetto senza preoccuparsi del numero di pagine e con la libertà di usare il colore a piacimento, ma per quello c’è già il web. Perché sobbarcarsi il rischio di realizzare prematuramente un fumetto ad hoc per un e-reader?...
Le app per i bambini sono forse le più vendute, e quindi è ragionevole supporre che l’idea giusta giunga da uno di loro, veri fruitori degli e-comic, in futuro. D’altra parte, per quelle generazioni di lettori non troppo bambini nè troppo anziani… aspetto ancora il capolavoro, un eccezionale e-comic che possa sbalordire tutti.

domenica 13 maggio 2012

La primavera digitale

Quest'anno è arrivata la "primavera digitale" alla fiera del libro di Torino, e per questo ho deciso di compiere uno sforzo nella direzione delle nuove tecnologie... 
Prima di tutto, mi sono intestardita ad aggiornare il blog con un nuovo banner e dei nuovi colori per i titoli e i link dei testi dei post. Per anni, ero stata convinta che non fosse possibile applicare al blog un'immagine del banner come la volevo io, ma ho avuto il piacere di ricredermi - al prezzo di sentirmi un po' stupida...

A Torino, ho partecipato a vari incontri, la maggior parte dei quali molto utili, sulle applicazioni dell'"Augmented Reality" e del "Web Marketing" all'editoria, e ho ascoltato le testimonianze di una casa editrice esclusivamente digitale, la "Emma Books". 
Mi sono affiancata ai ragazzini che maneggiavano con estrema disinvoltura i differenti supporti per la lettura degli e-book (gli Ipad, i Sony Tablet S, i vari Kindle e tutti i loro inseguitori...), fino al momento in cui anch'io ho cominciato a toccarli.

Non è che non l'avessi fatto prima per avversione. Soltanto, non sapevo da dove cominciare, non mi era sembrato di averne bisogno ma soprattutto non mi era ancora capitato di vedere tutte insieme tante persone che avessero già confidenza con gli e-reader, al punto da non voler correre il rischio di sembrare un fossile al loro confronto. Ancora, ho cominciato a comprendere, anche solo in minima parte, il fatto che gli e-book rappresentano la possibilità di rispondere a un bisogno molto preciso, a volte.
Il caso delle lettrici degli e-book "rosa" di Emma Books ha attirato la mia attenzione, nel momento in cui si è cercato di spiegare come alcune appassionate di femminile (dentro al quale, in realtà, si incanalano generi diversi: commedie, giallo, erotico, classico...) si vergognano a comprare in libreria i loro libri preferiti, e magari, tenerli in vista nei propri scaffali. Con questo espediente del libro digitale, hanno trovato la soluzione: acquisto on line e archiviazione del libro nella memoria dell'e-reader o del computer. 
Ho scoperto anche la possibilità, almeno per i libri di Emma Books, di vivere una prima esperienza di lettura di un e-book senza avere un e-reader. In questo link si trova una utilissima "Piccola guida agli e-book" e da lì si può accedere anche ad un articolo che spiega "Come leggere un ebook senza un e-reader".

Così, oggi ho cominciato a leggere sul mio Mac, innanzitutto con un e-book gratuito e poi con un altro libro di Emma Books, approfittando dell'offerta attiva fino a domani lunedì 14 maggio: tutti i libri a € 0,99 ...

Per quanto riguarda il fumetto, la questione degli e-book è molto più complicata: a cominciare dal fatto che la maggior parte degli e-reader più diffusi ha uno schermo di 15 cm e visualizza tutte le immagini in bianco e nero. 
La settimana prossima, il 19 maggio, andrò al Fullcomics a Milano per un convegno su "L'era digitale nel fumetto". Voglio farmi una mia idea, voglio parlarne...

martedì 8 maggio 2012

Per i ventitré mila italiani di Lussemburgo


Nella città di Lussemburgo, che conta centomila abitanti, sono registrati quasi ventitrè mila italiani: la terza comunità di immigrati più numerosa, dopo i portoghesi e i francesi. Non sono impensabili, dunque, un incontro all’Università e una puntata in radio su Maria Grazia Cutuli, in lingua italiana.

Come ci siamo arrivati, io e Giuseppe, con il nostro libro?... Attraverso un’incredibile rete di coincidenze. Giuseppe è stato in Lussemburgo lo scorso gennaio, a parlare di “Dove la terra brucia” ad una sua amica, conosciuta anni prima ad un corso di organizzatori di eventi culturali a Torino, Lucia Mazzucato, che lo ha presentato a diversi soggetti che operano nell'ambito della cultura italiana in Lussemburgo: il direttore dell’Istituto di Cultura; Luisa Spagnolli, titolare della Libreria Italiana; Paola Cairo di PassaParola Magazine.
È nata così l’idea della presentazione all’Università. Al fine di inserire un altro elemento di interesse sull’argomento, Giuseppe ha poi suggerito di invitare alla presentazione Laura Silvia Battaglia, giornalista di “Avvenire”, reporter di guerra free lance, che ha realizzato il video documentario su Maria Grazia Cutuli "Il prezzo della verità”. Incredibile, scoprire che Paola Cairo era amica di Laura Silvia!... Quest’ultima, a sua volta, ha proposto all’artista catanese Rossella Cosentino di realizzare ed esporre in Lussemburgo un’opera su Maria Grazia Cutuli.
A tutte queste persone, che ci hanno permesso di vivere queste nuove esperienze, va la nostra gratitudine.

Così, la sera del 4 maggio, l’incontro si è incentrato sulla figura della Cutuli, raccontata secondo il libro, il documentario, e l’opera d’arte. A me e a Giuseppe ha fatto molto piacere in particolare avere al nostro fianco Laura Silvia Battaglia, che ha portato alle argomentazioni affrontate le sue testimonianze e la sua professionalità. È stato possibile, a partire dalla vita di Maria Grazia Cutuli e dal nostro libro, cogliere diversi nuovi spunti, di cui nelle precedenti presentazioni io e Giuseppe non avevamo le conoscenze e la specializzazione tali da sottoporli o approfondirli. C’è stato molto da dire, si è visionato il documentario, e poi l’incontro è continuato anche con delle domande da parte del pubblico.

La mattina successiva, siamo stati tutti ospiti della trasmissione “Voices by PassaParola” presso Radio ARA. Anche in questo caso, abbiamo discusso di alcuni temi mai affrontati in pubblico, in passato. Rispetto all’incontro tenuto all’Università c’è stato meno tempo a disposizione: abbiamo parlato pochissimo dell'agguato e molto più del mestiere delle reporter di guerra. Durante gli intervalli, toglievamo le cuffie e dondolavamo la testa al ritmo dei bei sottofondi musicali. Si può riascoltare la puntata in streaming a questo link.

Dopo la puntata in radio, abbiamo passato il resto della mattinata e del pomeriggio in compagnia di Lucia Mazzucato, che da due anni vive in Lussemburgo e si occupa della gestione di un sito web di architettura, design e arte contemporanea, spacecoolhunting.eu.
Lucia conosce bene la città, e fortunatamente non si è scatenato troppo il mal tempo, anzi. Durante la nostra lunga passeggiata siamo prima passati dalla Libreria Italiana, e poi alle bancarelle allestite per la Octave, tipica festa annuale lussemburghese. Ricordo di aver assaggiato delle deliziose “Gromperenkichelcher”, grosse frittelle di patate lesse e uova, schiacciate con aglio, pepe e prezzemolo (ma forse c’è qualche altra spezia, erano troppo saporite!…).
Subito dopo pranzo, il sole ha illuminato i diversi quartieri della città, i ponti, le fortificazioni, i ruscelli e i parchi lussureggianti. Mai avevo visto tanto verde in tante tonalità differenti, tutte insieme.

… alla fine, la mia curiosità sul Granducato del Lussemburgo e sulla sua capitale è ancora molto vivace. La città dona gioia per gli occhi, ma anche degli argomenti piuttosto singolari: abbiamo discusso con tanti italiani circa le politiche interne di questo piccolo stato e i diversi livelli di integrazione fra i lussemburghesi e gli stranieri, più numerosi di loro nella capitale.
Vorrei ritornarci….

giovedì 3 maggio 2012

In Lussemburgo, da domani...

Io e Giuseppe ci prepariamo per un'altra partenza alla volta del Lussemburgo. Insieme a noi ci sarà Laura Silvia Battaglia, giornalista per la redazione esteri di Avvenire, che ha realizzato il video documentario su Maria Grazia Cutuli "Il prezzo della verità" (uno dei primi documenti su MGC a cui io e Giuseppe abbiamo fatto riferimento per la realizzazione del fumetto).

Domani pomeriggio, venerdì 4 maggio ore 19, saremo all'Université du Luxembourg, per un incontro organizzato dall'Università insieme alla Libreria Italiana, l'Istituto di Cultura Italiana in Lussemburgo e la rivista PassaParola.

Sabato mattina 5 maggio, ore 10:00-11:30, saremo ospiti alla trasmissione radiofonica VOICES BY PASSAPAROLA, trasmessa in lingua italiana in Lussemburgo. Qui c'è il link alla rivista Passaparola.

Partenza da Pavia domattina alle 6. Al rientro, domenica pomeriggio, il rapporto completo!



Riccioli

Sul treno da Pavia a Genova, lunedì scorso ho avuto la fortuna di poter ritrarre una ragazza particolarmente riccioluta che per circa un'ora di viaggio non ha mai staccato gli occhi dal suo portatile: quindi non si è accorta che la osservavo, dall'altro lato dei sedili... In realtà il risultato non mi ha soddisfatta: il suo volto mi ricordava quello di un felino, e per questo il suo foulard maculato mi appariva addirittura buffo. Il mio ritratto non le rende giustizia, ma mi faceva piacere mettere sul blog uno dei miei esperimenti di ritorno al bianco e nero, con pennello inchiostrato, che ho ritoccato oggi con l'ecoline bianco...


domenica 22 aprile 2012

Quando ci metti la faccia...

Oggi sul "Corriere della Sera", a pag. 28-29 dell'inserto N. 23 de "La Lettura", è stato pubblicato un fumetto che io e Giuseppe abbiamo realizzato insieme, che è il "primo" per diversi motivi.
Per entrambi, la prima volta che una nostra opera abbia una diffusione di così ampio respiro. 
Per me, il mio primo fumetto a colori ad essere pubblicato.
Per Giuseppe, la prima storia che ha ideato e scritto da sceneggiatore completo: per via della matrice prevalentemente autobiografica, ha acconsentito affinché rappresentassi il personaggio protagonista con le sue sembianze.

Cosa si prova a mettere la propria faccia in un fumetto?... Sensazioni contrastanti: lo sceneggiatore non è riuscito più nemmeno a guardare il fumetto, rifiutando per diverse ore la vista del cibo e le strampalate proposte da parte della disegnatrice circa i festeggiamenti. Nel frattempo, ha consumato due ricariche vodafone per intimidare gran parte dei suoi contatti ad acquistare il quotidiano (riesumando anche una vecchia rubrica di un cellulare che non utilizzava più da parecchio tempo) e allo stesso tempo trovare conforto al problema della riconoscibilità del personaggio.

La foto l'ho scattata stamattina e l'ho ritagliata nella parte superiore... Penso che per oggi il "Corriere" abbia fatto abbastanza per la riconoscibilità.

Ad ogni modo, abbiamo realizzato un fumetto scritto e disegnato con amore, letteralmente. L'amore per le parole, le storie, i libri, il mestiere dell'insegnante. Con la rappresentazione fedele del personaggio, dai primi anni di vita all'età adulta. Lì c'è tutto il mio...

lunedì 16 aprile 2012

Nuvole di confine

Un onore. Un entusiasmo incontenibile. Un piacere. Un ampio sorriso. Una sorpresa. Un gongolamento continuo.

Il nostro libro “Dove la terra brucia” ha dato a me e Giuseppe l’opportunità di partecipare col nostro lavoro a una mostra di fumetto internazionale, davvero degna di nota: “Nuvole di confine – Graphic Journalism. L’arte del reportage a fumetti” presso il Museo Internazionale dell’Umorismo e della Caricatura di Tolentino (MC) dal 14 aprile al 16 settembre 2012.


Sabato 14 aprile è stata inaugurata la mostra, e io e Giuseppe eravamo a Tolentino insieme agli altri autori di reportage a fumetti: Marco Corona, Guy Delisle, Vincenzo Filosa, Sarah Glidden, Lamia Zaidé e Aleksandar Zograf (mancava solo Josh Neufeld).


La gioia è esplosa a più riprese… Quando ho ammirato l’allestimento delle mie tavole a fumetti, quando ho visto il booktrailer che girava in loop su una delle pareti del museo, quando ho scoperto la locandina con “Cannatella” in prima fila (la fortuna dell’ordine alfabetico), quando ho letto i nostri nomi anche sulla mappa del mondo gigante all’ingresso del Palazzo Sangallo, sotto il nostro Paese di riferimento, “AFGHANISTAN”.

Tante persone sono venute a congratularsi con me e Giuseppe per il nostro reportage, convinte che fossimo andati personalmente in Afghanistan. Al pensiero di quel fraintendimento, all’inizio mi sono trovata in difficoltà... L’agognato viaggio in Afghanistan è uno degli aneddoti che raccontiamo spesso durante le presentazioni del libro, e occorre spiegarlo per bene. Durante la fase di ricerca e documentazione di “Dove la terra brucia”, avevo proposto a Giuseppe questo viaggio, e dopo parecchie difficili discussioni, ero riuscita a vincere la sua resistenza. Ci eravamo così rivolti a Donata Cutuli, che aveva apprezzato le nostre intenzioni, e pur tuttavia le aveva immediatamente smontate con le seguenti argomentazioni:

  • C’è una lista lunga un chilometro di persone che chiedono di entrare in Afghanistan.
  • Non è possibile per gli italiani visitare i territori di nostro interesse, ovvero le regioni di Narghahar e Kabul, dove Maria Grazia Cutuli trascorse l’autunno del 2001. La regione a cui avremmo potuto accedere, Herat, è da tutt’altra parte ed è molto diversa.
  • Ammesso che saremmo potuti arrivare a Herat, non ci avrebbero fatto mettere fuori il naso dalle basi militari italiane.
  • Prima di recarsi in Afghanistan, è obbligatorio stipulare un’assicurazione sulla vita (dai 15.000 ai 20.000 euro).

… riferendo queste argomentazioni ai nostri interlocutori a Tolentino, però, abbiamo avuto reazioni inaspettate. Si congratulavano comunque con noi, perché l’impressione era che il nostro sguardo sull’Afghanistan fosse sincero e molto vicino alla realtà. Io rimango dell’opinione che sarebbe stato diverso, se fossimo riusciti davvero ad andare sul posto. Ma in fondo, il nostro compito era fare emergere lo sguardo di Maria Grazia Cutuli, e per questo ci siamo fatti guidare dai suoi articoli, abbiamo ascoltato le testimonianze di chi la accompagnava in quei giorni e abbiamo recuperato le fotografie e i video che ritraevano lei, le persone, il Paese, gli eventi.

Alla fine, mi sono sentita lusingata, ma senza prendermi troppo sul serio, ovviamente. Ci scambiavamo battute con Giuseppe e gli altri autori ospiti che ci chiamavano “I massimi esperti dell’Afghanistan”, e si rideva.


Anche il confronto con gli altri autori è stato un importante motivo per cui essere felice. L'approccio al linguaggio del fumetto e la conseguente traduzione in immagini, a volte molto diversi dai miei, mi ha permesso di riflettere ancora una volta sulla capacità infinita del fumetto di adattarsi e di dare voce ad esperienze e scelte di vita uniche e affascinanti. Senza contare quanto sia emozionante, semplicemente vedere le tavole a fumetti in mostra, e poi la persona che le ha realizzate, in carne e ossa. Con tutti loro è stato davvero un piacere chiacchierare o parlare una seconda volta - dopo la prima a Lucca - e in alcuni casi, amore incondizionato.



L’esperienza a Tolentino regala a me e Giuseppe maggiore sicurezza in noi stessi e nuovi bozzoli di idee per progetti futuri, riconfermando una volontà di lavorare ancora insieme. Ne parli

amo a lungo, e sono felice che di certo ne parleremo ancora…


Tutto questo, sotto una piogge incessante, il cielo coperto di nuvole, le strade in certi momenti impraticabili, un lungo viaggio in macchina. Ma lo ribadisco: gongolo.

domenica 18 marzo 2012

Tappeto rosso

“Vedrai” mi aveva predetto Giuseppe “che riceveremo tante di quelle attenzioni che neppure ti immagini!”.

Non è che io non ci credessi, solo che, effettivamente, non riuscivo a immaginare una cosa simile. Aggiungiamo anche il fatto che negli ultimi tempi ho avuto più di un motivo per essere giù di morale e le piccole ansie quotidiane hanno cominciato a manifestarsi fisicamente con dei pungenti dolorini al ventre… Così, il mattino del 15 marzo mi sono alzata dal letto sforzandomi di sembrare contenta, quando invece era difficile perfino farmi sorridere.


Il nostro viaggio si è articolato col passaggio attraverso tre Paesi diversi: da Milano Orio al Serio, io e Giuseppe abbiamo volato fino in Belgio; dall’aeroporto di Bruxelles Chaleroi siamo saliti su un autobus che, duecento chilometri dopo, ci ha portati in Lussemburgo, e da qui ci siamo spostati in auto per un’altra cinquantina di chilometri, fino a Maizières-lès-Metz, in Francia.


Il primo vero sorriso che ho fatto è stato sull’aereo, mentre stavo disegnando uno storyboard. Dopo parecchie difficoltà nel tenere in mano matita, gomma e foglio nel ridotto spazio che avevo a disposizione, sono riuscita a concludere una vignetta in cui uno dei personaggi storce volutamente il viso in una smorfia. “Amazing!” ha esclamato una voce sopra la mia testa. E quando ho alzato lo sguardo, ho incrociato il viso divertito di una hostess. Ha ripetuto l’esclamazione con entusiasmo, fino a farmi sentire imbarazzata. Ho sorriso anch’io, ringraziando.


Il secondo vero sorriso della giornata è scattato nel momento in cui ho preso in mano il cornet de frites, uno straordinario cono pieno di patatine calde, fragranti e corpose, da portare alla bocca con una forchettina di legno: cioè, lo stesso cartoccio era magnifico, con il “portasalse”

incorporato e i buchini sul cartone per la traspirazione del calore, affinché le patatine non perdano la loro vigorosità. È stato il pranzo che ho consumato all’uscita dall’aeroporto di Bruxelles Chaleroi, in attesa dell’autobus per il Lussemburgo. Io e Giuseppe abbiamo preso un cornet per uno, e per il resto della giornata non ho percepito le fitte nervose al ventre.


Per arrivare in Lussemburgo, sapevamo che ci attendeva un viaggio di circa due ore e mezza in autobus. Ero così rilassata che mi sono persa un episodio che invece ha giustamente procurato a Giuseppe un gran mal di testa. Due file di sedili dietro di noi, un signore finlandese si era già fatto notare per aver attaccato briga con l’autista: il colorito del suo viso faceva pensare che fosse ubriaco, si lamentava del fatto che sull’autobus il bagno fosse rotto e parlava al cellulare a voce alta, in inglese. Ad un certo punto l’autista ha acconsentito ad una breve sosta, e lui ha fatto pipì in mezzo ad una piazzola, senza nascondersi da tutti gli altri passeggeri.

Tornato sull’autobus, ha continuato a disturbare con le sue telefonate che si susseguivano una dopo l’altra. Allorché Giuseppe gli ha chiesto gentilmente:

- Excuse me, mister. Could you speak not so loud, please?

Il tipo gli ha risposto facedogli delle boccacce. Arrogante, maleducato, vigliacco, quegli occhi piccoli sul viso rosso, i suoi lineamenti… In effetti faceva pensare a un maiale.

- Are you stupid? – gli ha chiesto calmo Giuseppe togliendosi gli occhiali da sole – I don’t think so. You’re disturbing all the people in this bus because of your loud voice. Stop, please!

Il “porco” – così definito da Giuseppe, che ha la grande capacità di azzeccare i soprannomi - ha concluso la sua telefonata e poi in effetti ha smesso. Ma io non mi sono resa conto di nulla perché ho dormito per circa metà del viaggio. Quando siamo arrivati in Lussemburgo, alla fermata precedente la Gare de Luxembourg, il “porco” si è alzato a fare due passi, e al ritorno ha cominciato di nuovo a provocare, avvicinandosi molto a Giuseppe e chiedendogli con quel suo tono arrogante e a modo suo minaccioso: - Where do you come from?

Giuseppe lo ha completamente ignorato. Io lo fissavo. Eravamo entrambi molto calmi. Non so cosa sarebbe successo se avesse avuto la stupidità di mettergli un dito addosso. Chi sarebbe scattato prima addosso al porco, io o lui?


Poco dopo le 17 siamo arrivati alla Gare Centrale di Lussemburgo. Ad accoglierci, le splendide Luisa Spagnolli e Julia della Libreria Italiana. È stato grazie all’interesse e alla professionalità di Luisa che il libro è arrivato nelle mani di Alphonse Romano, presidente dell'associazione "A.C.F.I. - Amitié et Culture France-Italie", che organizza l'ITALIRE. Assieme a loro siamo arrivati a Maizièrez-lès-Metz, in Francia…


Al nostro arrivo alla Mediateca Georges Brassens di Maizièrez-lès-Metz io e Giuseppe abbiamo ricevuto una seconda accoglienza, da parte di Alphonse Romano, presidente dell’associazione "A.C.F.I. - Amitié et Culture France-Italie", che organizza l'ITALIRE, quest’anno con 15 giorni dedicati ai personaggi e agli autori di fumetti italiani. All’interno della mediateca era stata allestita una mostra che ripercorreva 100 anni del fumetto italiano, e accanto ad autori come Lorenzo Mattotti e Guido Crepax c’erano alcune cornici che esponevano anche delle tavole di “Dove la terra brucia”, con un dettagliato approfondimento scritto in francese: trasparivano l’entusiasmo, la passione, la meticolosità degli organizzatori, e ne siamo stati davvero lusingati. Tutti ci erano grati per essere venuti dall’Italia, erano curiosissimi del nostro lavoro e ci sommergevano di attenzioni… Non capita tutti i giorni – anzi, non mi era mai capitato prima – di sentirmi tanto apprezzata.

All’ITALIRE partecipavano diversi tipi di persone legate all’Italia. Alcuni presenti erano di origini italiane, come il Console Marco Tornetta e i suoi collaboratori. Ma la maggior parte erano tutti nati in Francia da genitori italiani in seconda o terza generazione, emigrati dal Meridione o dal Veneto, e a riprova di questo i loro nomi erano francesi: Anne-Marie, Aline, Yves... Alcuni parlavano perfettamente la lingua italiana, altri preferivano parlare in francese.

Ricordo la storia di Alphonse Romano: è nato a Maizièrez-lès-Metz da genitori siciliani appena stabiliti in Francia, per questo dice spesso “concepito a Palermo e nato in Francia”.

Ricordo anche la storia della nostra traduttrice, Ornella Hahn-Piccirillo: laureata in Italia, dottoressa in legge e giurisprudenza, ha conosciuto suo marito francese durante una vacanza e sposandosi vive in Francia.

Infine, alcune persone di diversa origine sono venuti alla manifestazione perchè amano l’Italia e gli italiani : francesi de souche come Christian Schaack, il fotografo, e Philippe Poivret, polacchi come Gilbert Adamczyk, slovacchi come Stéphane Marcinka...

I loro sguardi mi commuovevano. Guardavano me e Giuseppe con ammirazione, ma probabilmente anche con un po’ di tenerezza per le comuni origini e di gratitudine per aver permesso, solo con la nostra presenza, di ravvivare in loro la cultura e la lingua italiana.

Durante la presentazione del libro, condotta da Luisa Spagnolli, io e Giuseppe ci siamo trovati di fronte alla necessità di dover essere tradotti man mano che parlavamo. Dovevamo pertanto discorrere con frasi brevi e coincise, e mi sono stupita di come Giuseppe si sia adattato perfettamente alla situazione. Io, invece, ho cominciato a sentire una specie di vuoto nel cervello, come se mi avessero rinchiuso i pensieri da qualche parte: quando mi hanno rivolto le prime domande, se ne sono accorti tutti. Alle risposte telegrafiche, susseguivano degli inaspettati silenzi. Fortuna che Giuseppe e Luisa, con la loro sensibilità, siano accorsi in mio aiuto… Al termine dell’incontro, ad una delle domande del pubblico, Giuseppe ha risposto in francese: lì, un fragoroso applauso da parte di tutti i presenti mi ha fatto sorridere di nuovo.

Al termine della presentazione è seguito le verre de l’amitié, un bicchiere di spumante accompagnato da pan brioche e salatini. Mi sono sistemata a un tavolo per le dediche e ho cominciato a disegnare… A quanto pare, i miei lunghi silenzi non avevano causato danno irreparabile: tutte le copie del libro sono state vendute e, attorno al tavolo, ancora una volta ero circondata da persone che mi dimostravano la loro curiosità rivolgendomi domande di tutti i tipi e sguardi sorridenti e benevoli. Prima di andare a cena, ho disegnato su un grande foglio d’album (la prima volta in vita mia, ma me la sono cavata!) il volto di Maria Grazia Cutuli.

La serata è proseguita piacevolmente in un ristorante d’albergo. Io e Giuseppe abbiamo finito di dedicare gli ultimi libri e abbiamo risposto ancora agli interrogativi su noi e il nostro lavoro. Nel frattempo ci siamo divertiti ad ascoltare le storie dei nostri ospiti con la loro straordinaria parlantina, che passava dal francese perfetto all’intercalare siciliano e napoletano. Abbiamo riso di cuore.


Solo ogni tanto io e Giuseppe ci ritrovavamo da soli a fumarci una sigaretta insieme… Allora ci guardavamo negli occhi, ridevamo, ci scambiavamo le battute:

“Mancava solo il tappeto rosso”

“Siamo le star”

“Un trionfo”


Abbiamo passato la notte in Lussemburgo, all’auberge “La Veranda”, un ristorante-albergo (una soluzione turistico-ricettiva meno comune in Italia) gestito da italiani. Al mattino, ci siamo incamminati verso la Gare de Luxembourg e abbiamo fatto in tempo per una breve passeggiata nei dintorni. Siamo arrivati fino al Viaduc, il ponte vecchio, ed è stato allora che mi si è mostrata una prima spettacolare vista della città con le sue forme inconsuete: la roccaforte a strapiombo, attorniata dalle vallate naturali rigate da percorsi d’acqua e, in fondo ad esse, la città bassa.

Dispiace non essere riusciti a vedere di più, ma ci ritorneremo il 4 e il 5 maggio per altre presentazioni di “Dove la terra brucia”, con qualche ora di tempo libero a nostra disposizione. E pare che, questa volta, parleremo esclusivamente nella nostra lingua (non per nulla, a Lussemburgo ci sono più di ventiduemila italiani iscritti all’AIRE - Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero).

Con altri disegni…