domenica 22 aprile 2012

Quando ci metti la faccia...

Oggi sul "Corriere della Sera", a pag. 28-29 dell'inserto N. 23 de "La Lettura", è stato pubblicato un fumetto che io e Giuseppe abbiamo realizzato insieme, che è il "primo" per diversi motivi.
Per entrambi, la prima volta che una nostra opera abbia una diffusione di così ampio respiro. 
Per me, il mio primo fumetto a colori ad essere pubblicato.
Per Giuseppe, la prima storia che ha ideato e scritto da sceneggiatore completo: per via della matrice prevalentemente autobiografica, ha acconsentito affinché rappresentassi il personaggio protagonista con le sue sembianze.

Cosa si prova a mettere la propria faccia in un fumetto?... Sensazioni contrastanti: lo sceneggiatore non è riuscito più nemmeno a guardare il fumetto, rifiutando per diverse ore la vista del cibo e le strampalate proposte da parte della disegnatrice circa i festeggiamenti. Nel frattempo, ha consumato due ricariche vodafone per intimidare gran parte dei suoi contatti ad acquistare il quotidiano (riesumando anche una vecchia rubrica di un cellulare che non utilizzava più da parecchio tempo) e allo stesso tempo trovare conforto al problema della riconoscibilità del personaggio.

La foto l'ho scattata stamattina e l'ho ritagliata nella parte superiore... Penso che per oggi il "Corriere" abbia fatto abbastanza per la riconoscibilità.

Ad ogni modo, abbiamo realizzato un fumetto scritto e disegnato con amore, letteralmente. L'amore per le parole, le storie, i libri, il mestiere dell'insegnante. Con la rappresentazione fedele del personaggio, dai primi anni di vita all'età adulta. Lì c'è tutto il mio...

lunedì 16 aprile 2012

Nuvole di confine

Un onore. Un entusiasmo incontenibile. Un piacere. Un ampio sorriso. Una sorpresa. Un gongolamento continuo.

Il nostro libro “Dove la terra brucia” ha dato a me e Giuseppe l’opportunità di partecipare col nostro lavoro a una mostra di fumetto internazionale, davvero degna di nota: “Nuvole di confine – Graphic Journalism. L’arte del reportage a fumetti” presso il Museo Internazionale dell’Umorismo e della Caricatura di Tolentino (MC) dal 14 aprile al 16 settembre 2012.


Sabato 14 aprile è stata inaugurata la mostra, e io e Giuseppe eravamo a Tolentino insieme agli altri autori di reportage a fumetti: Marco Corona, Guy Delisle, Vincenzo Filosa, Sarah Glidden, Lamia Zaidé e Aleksandar Zograf (mancava solo Josh Neufeld).


La gioia è esplosa a più riprese… Quando ho ammirato l’allestimento delle mie tavole a fumetti, quando ho visto il booktrailer che girava in loop su una delle pareti del museo, quando ho scoperto la locandina con “Cannatella” in prima fila (la fortuna dell’ordine alfabetico), quando ho letto i nostri nomi anche sulla mappa del mondo gigante all’ingresso del Palazzo Sangallo, sotto il nostro Paese di riferimento, “AFGHANISTAN”.

Tante persone sono venute a congratularsi con me e Giuseppe per il nostro reportage, convinte che fossimo andati personalmente in Afghanistan. Al pensiero di quel fraintendimento, all’inizio mi sono trovata in difficoltà... L’agognato viaggio in Afghanistan è uno degli aneddoti che raccontiamo spesso durante le presentazioni del libro, e occorre spiegarlo per bene. Durante la fase di ricerca e documentazione di “Dove la terra brucia”, avevo proposto a Giuseppe questo viaggio, e dopo parecchie difficili discussioni, ero riuscita a vincere la sua resistenza. Ci eravamo così rivolti a Donata Cutuli, che aveva apprezzato le nostre intenzioni, e pur tuttavia le aveva immediatamente smontate con le seguenti argomentazioni:

  • C’è una lista lunga un chilometro di persone che chiedono di entrare in Afghanistan.
  • Non è possibile per gli italiani visitare i territori di nostro interesse, ovvero le regioni di Narghahar e Kabul, dove Maria Grazia Cutuli trascorse l’autunno del 2001. La regione a cui avremmo potuto accedere, Herat, è da tutt’altra parte ed è molto diversa.
  • Ammesso che saremmo potuti arrivare a Herat, non ci avrebbero fatto mettere fuori il naso dalle basi militari italiane.
  • Prima di recarsi in Afghanistan, è obbligatorio stipulare un’assicurazione sulla vita (dai 15.000 ai 20.000 euro).

… riferendo queste argomentazioni ai nostri interlocutori a Tolentino, però, abbiamo avuto reazioni inaspettate. Si congratulavano comunque con noi, perché l’impressione era che il nostro sguardo sull’Afghanistan fosse sincero e molto vicino alla realtà. Io rimango dell’opinione che sarebbe stato diverso, se fossimo riusciti davvero ad andare sul posto. Ma in fondo, il nostro compito era fare emergere lo sguardo di Maria Grazia Cutuli, e per questo ci siamo fatti guidare dai suoi articoli, abbiamo ascoltato le testimonianze di chi la accompagnava in quei giorni e abbiamo recuperato le fotografie e i video che ritraevano lei, le persone, il Paese, gli eventi.

Alla fine, mi sono sentita lusingata, ma senza prendermi troppo sul serio, ovviamente. Ci scambiavamo battute con Giuseppe e gli altri autori ospiti che ci chiamavano “I massimi esperti dell’Afghanistan”, e si rideva.


Anche il confronto con gli altri autori è stato un importante motivo per cui essere felice. L'approccio al linguaggio del fumetto e la conseguente traduzione in immagini, a volte molto diversi dai miei, mi ha permesso di riflettere ancora una volta sulla capacità infinita del fumetto di adattarsi e di dare voce ad esperienze e scelte di vita uniche e affascinanti. Senza contare quanto sia emozionante, semplicemente vedere le tavole a fumetti in mostra, e poi la persona che le ha realizzate, in carne e ossa. Con tutti loro è stato davvero un piacere chiacchierare o parlare una seconda volta - dopo la prima a Lucca - e in alcuni casi, amore incondizionato.



L’esperienza a Tolentino regala a me e Giuseppe maggiore sicurezza in noi stessi e nuovi bozzoli di idee per progetti futuri, riconfermando una volontà di lavorare ancora insieme. Ne parli

amo a lungo, e sono felice che di certo ne parleremo ancora…


Tutto questo, sotto una piogge incessante, il cielo coperto di nuvole, le strade in certi momenti impraticabili, un lungo viaggio in macchina. Ma lo ribadisco: gongolo.