
giovedì 17 settembre 2009
venerdì 28 agosto 2009
Una storia da Catania

Come al solito, non sono riuscita a dedicarmi a tutto quello che intendevo fare e a tutte le persone che volevo incontrare, ma è stato comunque un periodo in cui si sono concentrati contatti, gitarelle, uscitine, pensieri, storie…
Per quanto riguarda i fumetti, ne ho una. Non una delle mie!
Una mattina di qualche settimana fa ho pescato in fumetteria un bel volantino che pubblicizzava un corso di fumetto a Catania «tenuto da Francesco Vivona, autore ed editore della serie “Il Cammino dei Sette Millenni” (in edicola)».
Stupita di tante iniziative tutte insieme ad opera di un fumettista catanese a me sconosciuto, sono andata in un’edicola e ho comprato il N° 5 di questa serie a fumetti fantasy. Dopo averlo letto e guardato con attenzione, ho scoperto anche il sito internet della casa editrice e della serie:
http://www.omniars.com/
http://settemillenni.com/
Non sarebbe il mio genere, ma ho trovato la storia abbastanza coinvolgente, il disegno occidentale con influenza manga accattivante e la lettura scorrevole. L’ideatore della serie fornisce dei dettagliati layouts a un disegnatore/inchiostratore e poi a un colorista. La serie è ipotizzata in una trentina di volumi e si ha l’impressione di entrare in un universo strutturato con cura ed equilibrio: personaggi, tribù, ambientazioni, miti…
Soltanto il lettering mi ha un po’ “disturbato” (ma io ho un occhio fine, ormai!) e forse il testo in alcuni punti potrebbe essere scritto meglio. E la filosofia della casa editrice, di cui ho letto nel sito internet, temo che in alcuni punti possa apparire un po’ pretenziosa.
É vero che non abito più a Catania, ma anche in questa città isolata e con limitati punti di riferimento ho sempre cercato di confrontarmi e di cercare contatti nel settore, soprattutto nel corso degli ultimi anni. Sarebbe molto complicato parlare dell’ambiente fumettistico catanese, ma attribuivo molti dei suoi problemi alla assenza di una casa editrice di fumetti che riuscisse a pubblicare a livello nazionale. Pertanto, ho provato una grande emozione nel conoscere Francesco Vivona!
Innanzitutto, ho chiesto di lui ad amici, appassionati di fumetti e fumetterie di Catania. Dopo aver accettato il fatto che nessuno di loro poteva aiutarmi ed esitato fino a tre giorni prima della mia partenza per Pavia, mi sono fatta la faccia tosta di scrivergli una mail e chiedergli di incontrarlo.
Ho potuto così avere una lunga chiacchierata con questo ragazzo di soli 27 anni. Informazione utile: gli arretrati della serie possono essere richiesti in fumetteria (il distributore è Pan Distribuzione). Mentre parlavamo ci confrontavamo, ma devo dire che alcune cose ho potuto capirle soltanto dopo averci riflettuto su in un secondo momento: spero che rimarremo in contatto per ridiscuterne in futuro. L’isolamento è sempre in agguato!
In ogni caso è rimasta l’ammirazione per un ragazzo catanese che ha completato la propria formazione in una scuola di fumetto a Roma, tre anni fa ha ideato un progetto, ha constatato che non avrebbe trovato un editore disposto a pubblicarlo e ha messo su una propria casa editrice a Catania, circondandosi di giovani collaboratori sparsi in tutta Italia. È facile pensare che abbia potuto permetterselo grazie a risorse proprie, ma ha avuto l’audacia di farsi carico di tutto e basta leggere anche uno solo dei volumi de “Il Cammino dei Sette Millenni” per apprezzare il suo impegno e i suoi risultati.
Mi auguro che possa trovare tanti altri sostenitori, ancora molto a lungo!
martedì 28 luglio 2009
Riminicomix

In effetti, il modello Riminicomix del Cartoon Club – editori della rivista “Fumo di China”- merita un certo interesse…
La giornata passava sul lungomare, sulla spiaggia libera o in uno dei “numerosi” (avevano il numero!) bagni di Rimini. Dalle 17 alle 24 apriva Riminicomix, una tensostruttura al Parco Fellini, dal quale transitavano tantissime persone a passeggio…
Di fronte all’ingresso principale della tensostruttura, c’era il palco con l’affollatissima sfilata dei cosplayers, seguita dalle proiezioni di vari film o serie d’animazione.
Naturalmente, il parco era circondato da strutture ricettive, cafè, pub e ristoranti, e c’era anche un camioncino per i meno esigenti.
In sintesi, funzionava… In particolare, il banchetto della Tunuè era un piccolo e quasi del tutto “circondato” da altre bancarelle che forse non invitavano il lettore forte di fumetti ad avvicinarsi: da un lato avevamo un’esposizione di bastoni, pugnali, elmi e spade fantasy, dall’altra un ricco assortimento di vestiti in stile gotico. Quindi, l’esito delle vendite non è stato alto, ma mi sono divertita…
Il sabato notte, dopo Riminicomix, ho giocato a minigolf con i Tunuè e dopo siamo andati a fare i buffoni ballando ad un locale sull’estremità del lungomare più vicina al Parco, il Rockisland.
Ho comprato “Io e te su Naboo”, un bel romanzo a fumetti di Mabel Morri, autrice riminese. Anche i suoi personaggi vivevano a Rimini, e io ho finito di leggere le loro storie seduta su una panchina sul lungomare.
Il Riminicomix è stata una tappa del mio viaggio verso Catania…
Domenica notte mi sono messa in auto con i Tunuè che hanno guidato eroicamente fino a Latina. Io mi sono incastrata fra le valigie, i miei zaini e una decina di copie di Prospettive che mi cadevano sulla testa ogni volta che facevamo una curva.
Chissà se il modello Riminicomix possa essere applicato per una fiera di fumetti in Sicilia, un giorno?... Io ci penso!…
venerdì 24 luglio 2009
Una strana risata

E oggi credo che sia la prima volta in vita mia che compro una rivista per donne: si tratta del numero di agosto, uscito nelle edicole il 21 luglio. L’ho comprato stamattina, per un motivo molto preciso… Cercare un articolo che parlasse di me, di Prospettive e dei fumetti che consiglio di leggere in estate.
In effetti, sono riuscita a trovarmi, a pagina 106.
A parte che avrei preferito qualche parola in più sul libro al posto della puntualizzazione sul “gateau di patate” (il mio piatto preferito)… e il fatto che so benissimo che a Catania non ci sarà mia madre per prepararmelo (vive in Austria)… e che forse dovrei arrabbiarmi per l’immagine (superficiale?) che emerge di me e di quella che non emerge di Prospettive…
Mi sono vista in mezzo alle “scrittrici bestseller”, “da Zadie Smith a A.M. Holmes, i migliori talenti al femminile”!... e ho riso. Una strana risata!

martedì 30 giugno 2009
Lettering: guarda da vicino

L’attività che mi ha permesso di farlo è stata il computer lettering, che ho appresso lavorando per una casa editrice di fumetti con uno standard di qualità grafica piuttosto elevato. Parlandone in giro anche con altri fumettisti, ho spesso notato l’aria interrogativa dei miei ascoltatori, così ho pensato che potesse essere interessante spiegarlo bene, e nel frattempo accennare ad alcuni di fumetti che sono fiera di aver letterato!
Il computer lettering è l’inserimento dei testi nei balloon scritti al computer e tramite applicativi specifici, come Indesign, Photoshop, QuarkXpress e Illustrator. In corrispondenza del balloon viene creata una casella di testo e all’interno di questa viene riportato il testo, in forma vettoriale (a parte alcune eccezioni per cui è necessario creare delle immagini). Contestualmente si sceglie un font, ovvero il tipo di carattere da adoperare – ci sono i font già presenti nel sistema operativo, i font che si scaricano da internet e i font che si acquistano. A quel punto, tutto si gioca sul modo di fare entrare il testo nel balloon. Oltre le dimensioni, l’interlinea e la distanza fra le singole lettere, ci sarebbero principi diversi a cui potersi riferire…
C’è il principio della coerenza con i disegni della tavola, di modo che lo stile del font si adegui il più possibile alla grafica del fumetto.
C’è il principio della coerenza con i balloon, di modo che i testi devono essere inseriti uniformando il più possibile la distanza con il bordo delle “nuvolette”.
C’è il principio della coerenza con i testi, per cui quando si va a capo si cerca di mantenere l’integrità delle parole e delle frasi, per esempio mettendo sempre a capo le congiunzioni, gli articoli e le preposizioni con le parole a cui si legano, o evitando il più possibile il trattino che spezza la parola.
Se un lettering viene inserito “a cacchio”, cioè senza rispettare nessuno o anche solo uno di questi principi, il lettore può rimanerne infastidito o affaticato man mano che prosegue nella lettura. Al contrario, se il lettering è ben fatto, la lettura prosegue così liscia e senza intoppi che il lettore neanche ci fa caso.
Nel frattempo, se si è abbastanza curiosi, mentre sfoglia e ingrandisce a dismisura le tavole sullo schermo del computer, il letterista può apprezzare i disegni o leggere la storia… alla fine, anche riuscire a conoscere il fumetto molto bene.
Di seguito, i tre fumetti che mi ha fatto più piacere in assoluto letterare.
“Amazing Joy Buzzards” di Dan Hipp e Mike Smith, di prossima pubblicazione per ReNoir. Proprio in questi giorni lo sto letterando, è una sfida ma mi sto divertendo un sacco: è un grande fumetto d’autore, di genere difficilmente definibile, come lo è il lettering originale americano a cui devo cercare di essere il più fedele possibile. Nel link in basso c’è una descrizione del volume con un’anteprima muta, ma io qui mostro una tavola letterata. Da notare:
1) Ben quattro font diversi!
2) I balloon rosa della seconda vignetta sono stati leggermente ruotati.
3) La scritta “Che ne dici?” è un’immagine costruita su Photoshop.
Link: http://www.renoircomics.it/IT/CATALOGO/AJB.html

Link: http://www.ragazzi.mondadori.it/schedalibro/978880459037
“Perché ho ucciso Pierre” di Alfred, pubblicato da Tunuè. Quasi tutto il lettering è stato fatto al computer, simulando la calligrafia dell’autore. C’erano tanti balloon-didascalie di dimensione quadrata, ma ho dovuto variare spesso le dimensioni e la distanza fra le varie lettere. Anche in questo caso, è stato davvero piacevole lavorare ad un fumetto stupendo.
Link: http://www.tunue.it/page.php?idArt=8324

lunedì 1 giugno 2009
Io inciampo

È iniziata lungo la strada per Cicogna, località letteralmente immersa nel Parco di Val Grande, frazione di Cossogno, a 720 metri sul livello del mare, con soli 17 abitanti: cinque chilometri in salita, curve curve, con lo spazio per una macchina in una strada a doppia corsia. Il lato del guidatore era a fianco della montagna, mentre il mio era affacciato sulla valle, ad un altezza senza possibilità di sopravvivenza ad una caduta. Ad un certo punto, siamo perfino passati sotto un tunnel con le pareti in pura roccia, senza cemento, luce, in pieno stile “wilderness” (la promozione del Parco è incentrata su questo aggettivo).
Dopo aver parcheggiato la macchina, da Cicogna siamo partiti per il sentiero natura denominato “Una storia d’acqua”, verso Pogallo. In realtà, non sapevamo bene cosa fosse Pogallo.
Ad ogni modo, non potevamo camminare mano per la mano. Percorrevamo il fianco ripido di una montagna. Il sentiero molto stretto vantava la stessa filosofia della strada per raggiungere Cicogna in macchina: a sinistra, puoi ammirare e pure toccare con mano la natura accanto a te, le rocce, gli alberi, i ruscelli… a destra, puoi ammirare ma non toccare, perché se ti sporgi troppo puoi cadere, rotolare e tutto il resto. E difatti, lungo il cammino abbiamo riscontrato la presenza di alcune lapidi, nativi della zona. Mi sono immaginata che doveva trattarsi di persone che avevano lavorato per costruire quell’impervio sentiero.
Giuseppe camminava davanti a me e mi avvertiva in anticipo se il terreno era fangoso o se c’era stata una frana, e le sue espressioni di meraviglia precedevano sempre le mie. Pian piano la mia fifoneria si è mitigata. E ho iniziato a godermi il paesaggio meraviglioso, con il verde immenso e in gran parte probabilmente inaccessibile della valle, attraversato spesso da ruscelli e cascate.
Al termine del nostro sentiero natura abbiamo scoperto Pogallo, raggiungibile dopo 1 ora e mezza di cammino, necessariamente a piedi: all’improvviso, si è aperta una vasta pianura con l’erba alta e un minuscola località composta da deliziose piccole baite e alcune casupole in rovina qua e là.
Al ritorno, ho insistito per camminare io davanti. Sentivo Giuseppe ridere, mentre mi diceva che era impressionante vedermi inciampare da dietro, ogni dieci secondi. E tuttavia, non cadere mai.
lunedì 25 maggio 2009
Nuvolette

Durante la colazione, mi sono venute in mente le giornate in cui a Catania mio padre mi raccomandava di conservare i noccioli delle ciliegie e cacciava le colombe dal nostro territorio, a colpi di fionda.
Alla stazione di Pavia, durante i 40 minuti di ritardo del treno, mi sono accorta che la temperatura stava iniziando a salire, e la sensazione è continuata a Milano (dove ho atteso 55 minuti la nuova coincidenza), fino a Cremona, dove si svolgeva Nuvolette a Cremona, organizzato dal Centro Fumetto Andrea Pazienza. Sono arrivata al ristorante paonazza, con le papole ai piedi e le colombe che mi tubavano nel cervello.
A capotavola c’era il mio ospite, Michele Ginevra. Alla sua sinistra, i grandi autori Paola Barbato, Angelo Stano e Michele Medda, dall’altro lato erano già seduti i cosiddetti “giovani”, i cremonesi Marco Morandi e Alessandro Fusari. E poi io. A parte i fumetti, abbiamo parlato di rospi, insetti e rane fritte.
È stata una giornata piacevole, anche se temo di essere sembrata isterica, o forse solo irrequieta, o logorroica, o incapace di tenere il filo del discorso.
Ho seguito l’incontro su Caravan, la prossima miniserie Sergio Bonelli Editore, che mi ha incuriosito nella sua forma di fumetto bonelliano atipico, senza eroi e senza pistole o agguati sulla copertina. È stato emozionante seguire il discorso di Michele Medda, e sentirlo affrontare diligentemente le innumerevoli domande degli spettatori… dietro le sue risposte, decine di migliaia di lettori e numerosi anni di esperienza come sceneggiatore. Provare a immaginarlo, è commovente.
Lo è anche la percezione che anche autori apparentemente “arrivati” abbiano ancora voglia di innovare, o abbiano il bruciante desiderio, a volte poco definito, di provare “qualcos’altro”.
Ho parlato un po’ anche con Davide Reviati: insieme abbiamo tenuto un incontro presentati da Andrea Brusoni, presidente del CFAP. “Raccontano il difficile rapporto col proprio vissuto” e “presentano i loro graphic novel” erano i nostri elementi in comune. Per il resto, secondo me, io ci guadagnavo di più: sono stata accostata all’autore di “Morti di sonno”, pubblicato da Coconino, da molti già indicato come capolavoro.
È stato divertente come, dopo qualche minuto dall’inizio dell’incontro, è stato rivelato il finale di Prospettive. E poi, verso la fine, abbiamo dibattuto di nuovo su questo particolare per un bel po’. Per fortuna non c’erano molti spettatori, e quelli che avevano già comprato e dovevano ancora leggere il libro hanno dovuto andarsene via prima.
... Non la smettevo più di parlare! Dopo, per la prima volta ho avuto un disappunto da parte del pubblico, così ho dovuto riflettere un po’ su quello che stavo dicendo, invece di continuare con la ruota libera. E mi sono accorta che, da quando è stato pubblicato e dopo aver raccolto una ventina di pareri di stimati lettori (compresi ieri, quelli di Francesca Follini e di Igort – indirettamente, me l’ha riferito Davide Reviati), sono piuttosto sicura di me e del mio fumetto.
Prima di andarmene mi sono presa una locandina della manifestazione in ricordo della bella giornata, con il mio nome e una delle immagini di Prospettive che preferisco di più.
lunedì 11 maggio 2009
sabato 9 maggio 2009
Letture normali
Per ben sedici giorni, ogni volta che provavo a leggere qualche pagina del mio fumetto nuovo (con l’intenzione di leggerlo per intero), venivo colta da una specie di nausea. Un senso di rigetto, confusione, vergogna… ma sì, voltastomaco è la parola più adatta.
… Mi capita sempre, dopo che vedo un mio fumetto pubblicato. Ho sentito dire che capita anche ad altri fumettisti, che molti non rileggono MAI quello che hanno pubblicato.
Per quanto mi riguarda, a questo si aggiunge anche l’umore dei punti interrogativi sul futuro… visto che adesso ho il cervello più sgombro, senza le chiacchiere continue dei miei personaggi, che mi hanno parlato nella testa fino all’ultima tavola.
Ieri, però, ho iniziato a riflettere su dei punti di discussione sul fumetto (mi preparo per l’incontro a Nuvolette a Cremona il prossimo 24 maggio), che mi ha aiutato a fare la persona seria. E oggi, che avevo una - oserei dire - giornata libera, sono riuscita a superare il blocco e ho letto tutto Prospettive. Voglio dire, non è una lettura di quelle normali, stai lì a constatare che ricordi ogni battuta a memoria, non puoi sorprenderti nemmeno una volta. Però mi serve, fondamentalmente a fermarmi un attimo e a riflettere bene prima di ripartire (ancora non ho il coraggio di iniziare a disegnare un altro fumetto).
... inoltre, è così che ho finalmente deciso quali tavole mettere in anteprima qui sul blog…
È stato molto difficile sceglierle. Perché sono paranoica, naturalmente, ma forse chi ha già letto il fumetto mi capirà.
Solo sei tavole, accoppiate a due a due, in momenti diversi della storia.
… Mi capita sempre, dopo che vedo un mio fumetto pubblicato. Ho sentito dire che capita anche ad altri fumettisti, che molti non rileggono MAI quello che hanno pubblicato.
Per quanto mi riguarda, a questo si aggiunge anche l’umore dei punti interrogativi sul futuro… visto che adesso ho il cervello più sgombro, senza le chiacchiere continue dei miei personaggi, che mi hanno parlato nella testa fino all’ultima tavola.
Ieri, però, ho iniziato a riflettere su dei punti di discussione sul fumetto (mi preparo per l’incontro a Nuvolette a Cremona il prossimo 24 maggio), che mi ha aiutato a fare la persona seria. E oggi, che avevo una - oserei dire - giornata libera, sono riuscita a superare il blocco e ho letto tutto Prospettive. Voglio dire, non è una lettura di quelle normali, stai lì a constatare che ricordi ogni battuta a memoria, non puoi sorprenderti nemmeno una volta. Però mi serve, fondamentalmente a fermarmi un attimo e a riflettere bene prima di ripartire (ancora non ho il coraggio di iniziare a disegnare un altro fumetto).
... inoltre, è così che ho finalmente deciso quali tavole mettere in anteprima qui sul blog…
È stato molto difficile sceglierle. Perché sono paranoica, naturalmente, ma forse chi ha già letto il fumetto mi capirà.
Solo sei tavole, accoppiate a due a due, in momenti diversi della storia.
giovedì 7 maggio 2009
Londra!

… Non avevo mai visto così tante facce da potenziali personaggi dei fumetti… Sono stata a Londra per la prima volta, dal 1 al 5 maggio. Lo scopo era mitigare il dramma del compleanno del mio Giuseppe che ha compiuto 33 anni: è da quando è entrato nel mondo dei “Trenta” che inizia a disperarsi quando si parla di compleanno, ma alla fine pretende dei megafesteggiamenti per consolidare il momento, prolungato su più giornate...
Siamo stati ospiti di sua sorella, è stato breve ma davvero eccitante e molto piacevole.Sono stata investita da migliaia di input, ero continuamente su di giri e innamorata del mio fidanzato che mi aveva condotto in quella città meravigliosa e tra gli aspetti socio-culturali peculiari di Londra ho notato:
- i palazzi a due o a tre piani, con i mattoncini rossi;
- il trionfo dei musical;
- le vistose e spesso esuberanti insegne dei negozi;
- la metropolitana, con le linee colorate e chiamate per nome (per esempio, Northern Line, District Line...);
- la guida sulla destra;
- importanti musei e gallerie d’arte ad ingresso gratuito (per esempio, il British Museum e la Saatchi Gallery);
- alcuni pasti rapidi ma squisiti: la jacked potato (una grossa patata infornata co la carta stagnola, poi aperta, spaccata in due o in quattro, e nel mezzo condimenti come burro, formaggio e fagioli) e i sandwich (col pane bianco o integrale, e decine e decine di condimenti diversi, per esempio: sandwich con mayo, smoked bacon, marinated chicken, green salad, tomatoes);
- il livello di integrazione razziale e culturale: esistono comunità originarie di moltissimi Paesi diversi che vivono a Londra da generazioni e tantissimi movimenti culturali contemporanei, così puoi vedere seduti uno accanto all’altro sulla metropolitana un vecchietto giapponese, un quarantenne di colore con suo figlio per mano - entrambi con dei lunghi capelli rasta – e una giovane gothic-girl tatuata dalla testa ai piedi.

Mentre ero a Londra ho ricevuto una telefonata dalla Tunuè e da Centro Fumetto Andrea Pazienza che mi ricordavano che presto sarei ritornata a Pavia perché c’è un fumetto nuovo da promuovere... e qui ci sono le mie prossime “presenze” di maggio…
- dal 8 al 9 al Fullcomics a Piacenza
- dal 16 al 17 al Salone del Libro di Torino
- il 24 a Cremona per Nuvole(tte) a Cremona
- dal 16 al 17 al Salone del Libro di Torino
- il 24 a Cremona per Nuvole(tte) a Cremona
lunedì 27 aprile 2009
Al Napoli Comicon...

… a distanza di quasi un anno e sei mesi da Inchiostro di Jack, ho visto la materializzazione di un altro mio libro a fumetti, Prospettive. Centoventi pagine di cui centododici tavole, in bicromia, il consueto formato cm 17x24.
E così, ho passato molte ore allo stand della Tunuè, dove sono riuscita a disegnare le dediche sulle pagine nere delle copie di Prospettive. Per questo, mi ero premunita di gessetti, pastelli, matite acquerellabili e cancellino, e sono riuscita a ritrarre il mio personaggio, Agata, con i capelli, le labbra e gli occhi di colore viola.

Tra gli ospiti del Comicon c’erano i due autori Tunuè Paco Roca (autore di “Rughe”) e Alfred (disegnatore di “Perché ho ucciso Pierre”). Passare del tempo con loro è stato bello. Avevo scritto il lettering di “Perché ho ucciso Pierre”: avendo osservato molto bene le tavole scritte da Olivier Ka e disegnate da Alfred, mi ha commosso conoscerlo, sentirlo parlare in italiano con prudenza (vive a Venezia da sei mesi) e vederlo insieme alla moglie e alla figlioletta di pochi mesi, entrambe due meraviglie della natura.

Quest’anno ho alloggiato a un BB lungo la scalinata storica della Pedamentina di San Martino, e andavo al Comicon a piedi con la trepidazione nel cuore, tutte le volte: per la suggestione del paesaggio, per il pericolo dei frammenti di vetro delle bottiglie rotte, per il profumo del glicine, per il fiatone, per quando alle tre di notte un pallone ha cominciato a scendere lungo gli scalini a grandi rimbalzi e io sono riuscita a fermarlo.
Dopo la “relativa” tranquilla giornata di lavoro del venerdì, nelle giornate di sabato e domenica ho potuto constatare una forte affluenza al Napoli Comicon… Addirittura, il sabato, a partire dalla tarda mattinata e poi per alcune ore, i cancelli del Castel Sant’Elmo sono stati chiusi a causa dell’eccesso di folla.
Alla serata per l’assegnazione dei premi Micheluzzi, mi sono resa come di consueto che c’è ancora tanta strada da fare per migliorarsi, e nel frattempo, mi sono compiaciuta per la gioia di molti autori premiati. In particolare, per Sara Colaone, la bravissima disegnatrice di “In Italia sono tutti maschi”, Kappa Edizioni, premio Attilio Micheluzzi come miglior fumetto.
La Tunuè ha potuto mettere in mostra allo stand due premi intitolati ai suoi autori:
- Michele Petrucci, premio Micheluzzi come migliore sceneggiatura su “Metauro”;
- Luana Vergari, premio “Nuove Strade”, in cui rientrano le sue sceneggiature di “Bookcrossing” e “A volto coperto”.
Domenica pomeriggio ho visto con un po’ di fretta ma in ogni caso A BOCCA APERTA la mostra di Tanino Liberatore, soprannominato “Michelangelo del fumetto”… in particolare le illustrazioni erotiche erano eccezionali (anche alcuni titoli…).

Per la prima volta, un altro fumettista mi ha proposto uno “scambio” di tavole originali. Nel mio stato di sbigottimento (“ma… proprio a me?”)/stanchezza (“non mi reggo in piedi e oggi sto davvero inciampando dappertutto”)/fretta (“porca miseria ho ancora tutte quelle dediche da disegnare”), spero di non aver fatto una figuraccia... Mi sono ritrovata con la nuova pubblicazione di questo autore “anziano”, al momento affermato disegnatore della serie Dampyr di Sergio Bonelli Editore, e poi anche una sua tavola originale di Dampyr, e io non gli ho dato NIENTE. Non posso aspettare di rivederlo alla prossima fiera, chissà quando, come ci siamo detti… Ma so come rintracciarlo!...
Ho comprato POCHISSIMI fumetti! Non perché non ce ne fossero, anzi… A parte i nuovi romanzi Tunuè, sono contenta di avere “Il sapore del Cloro” di Bastien Vivès (Black Velvet) – giovanissimo, talentuoso, sorprendente autore ospite dalla Francia che avevo letto solo in lingua originale - e “Alice non sorride” di Marina Comandini e Luca Scornaienchi (Edizioni Di) – un fumetto silenzioso con arte sequenziale “cinematografica”, realizzato con tavole-illustrazioni in serigrafia su carta da macelleria.
… nel frattempo, già durante il Comicon, sono arrivati alcuni apprezzamenti su Prospettive, da parte di un paio di lettori che mi hanno stupita per la loro tempestività e per la loro sensibilità…
Aspetto gli altri commenti…
E così, ho passato molte ore allo stand della Tunuè, dove sono riuscita a disegnare le dediche sulle pagine nere delle copie di Prospettive. Per questo, mi ero premunita di gessetti, pastelli, matite acquerellabili e cancellino, e sono riuscita a ritrarre il mio personaggio, Agata, con i capelli, le labbra e gli occhi di colore viola.

Tra gli ospiti del Comicon c’erano i due autori Tunuè Paco Roca (autore di “Rughe”) e Alfred (disegnatore di “Perché ho ucciso Pierre”). Passare del tempo con loro è stato bello. Avevo scritto il lettering di “Perché ho ucciso Pierre”: avendo osservato molto bene le tavole scritte da Olivier Ka e disegnate da Alfred, mi ha commosso conoscerlo, sentirlo parlare in italiano con prudenza (vive a Venezia da sei mesi) e vederlo insieme alla moglie e alla figlioletta di pochi mesi, entrambe due meraviglie della natura.
Quest’anno ho alloggiato a un BB lungo la scalinata storica della Pedamentina di San Martino, e andavo al Comicon a piedi con la trepidazione nel cuore, tutte le volte: per la suggestione del paesaggio, per il pericolo dei frammenti di vetro delle bottiglie rotte, per il profumo del glicine, per il fiatone, per quando alle tre di notte un pallone ha cominciato a scendere lungo gli scalini a grandi rimbalzi e io sono riuscita a fermarlo.
Dopo la “relativa” tranquilla giornata di lavoro del venerdì, nelle giornate di sabato e domenica ho potuto constatare una forte affluenza al Napoli Comicon… Addirittura, il sabato, a partire dalla tarda mattinata e poi per alcune ore, i cancelli del Castel Sant’Elmo sono stati chiusi a causa dell’eccesso di folla.
Alla serata per l’assegnazione dei premi Micheluzzi, mi sono resa come di consueto che c’è ancora tanta strada da fare per migliorarsi, e nel frattempo, mi sono compiaciuta per la gioia di molti autori premiati. In particolare, per Sara Colaone, la bravissima disegnatrice di “In Italia sono tutti maschi”, Kappa Edizioni, premio Attilio Micheluzzi come miglior fumetto.
La Tunuè ha potuto mettere in mostra allo stand due premi intitolati ai suoi autori:
- Michele Petrucci, premio Micheluzzi come migliore sceneggiatura su “Metauro”;
- Luana Vergari, premio “Nuove Strade”, in cui rientrano le sue sceneggiature di “Bookcrossing” e “A volto coperto”.
Domenica pomeriggio ho visto con un po’ di fretta ma in ogni caso A BOCCA APERTA la mostra di Tanino Liberatore, soprannominato “Michelangelo del fumetto”… in particolare le illustrazioni erotiche erano eccezionali (anche alcuni titoli…).
Per la prima volta, un altro fumettista mi ha proposto uno “scambio” di tavole originali. Nel mio stato di sbigottimento (“ma… proprio a me?”)/stanchezza (“non mi reggo in piedi e oggi sto davvero inciampando dappertutto”)/fretta (“porca miseria ho ancora tutte quelle dediche da disegnare”), spero di non aver fatto una figuraccia... Mi sono ritrovata con la nuova pubblicazione di questo autore “anziano”, al momento affermato disegnatore della serie Dampyr di Sergio Bonelli Editore, e poi anche una sua tavola originale di Dampyr, e io non gli ho dato NIENTE. Non posso aspettare di rivederlo alla prossima fiera, chissà quando, come ci siamo detti… Ma so come rintracciarlo!...
Ho comprato POCHISSIMI fumetti! Non perché non ce ne fossero, anzi… A parte i nuovi romanzi Tunuè, sono contenta di avere “Il sapore del Cloro” di Bastien Vivès (Black Velvet) – giovanissimo, talentuoso, sorprendente autore ospite dalla Francia che avevo letto solo in lingua originale - e “Alice non sorride” di Marina Comandini e Luca Scornaienchi (Edizioni Di) – un fumetto silenzioso con arte sequenziale “cinematografica”, realizzato con tavole-illustrazioni in serigrafia su carta da macelleria.
… nel frattempo, già durante il Comicon, sono arrivati alcuni apprezzamenti su Prospettive, da parte di un paio di lettori che mi hanno stupita per la loro tempestività e per la loro sensibilità…
Aspetto gli altri commenti…
giovedì 16 aprile 2009
Quando si dice Mai
Lo scorso venerdì, il 10 aprile, a Pavia, sono salita sul primo treno alle 5.51 del mattino, durante tutto il tragitto avevo un umore che non saprei descrivere con un solo aggettivo - ero stanca, arrabbiata, delusa, insofferente, scontenta, annoiata, disattenta… - e sono scesa dall’ultimo alle 15.56, nella stazione di St. Veit. Stavo per imboccare il sottopassaggio, quando mi è sembrato di vedere in lontananza la figura di una donna minuta che parlava ad uno dei controllori del treno. I nostri sguardi si sono incrociati per sbaglio, subito dopo l’ho vista correre verso di me. È buffa, mia madre, quando si mette a correre... ha smesso solo quando mi ha raggiunta e abbracciata. Non ci eravamo mai abbracciate in quel modo, e il mio umore è mutato radicalmente.
Adesso mia madre ha compiuto 54 anni, ha i capelli neri ricci, gli occhi verdi, gli occhiali, è alta 1 metro e 55 centimetri e porta dei vestiti di taglia 38. L’ho trovata più magra di come me la ricordavo, ma lei continua a dire di sentirsi bene così e che non ha nessuna intenzione di riprendere la taglia 46 che aveva fino a neppure un anno e mezzo fa.
A St. Veit la neve si è sciolta da poco. La città è circondata da montagne, montagne e ancora montagne che si perdono a vista d’occhio… ne ho contate sette, una dietro l’altra. Le vedo colorate del verde delle foreste le prime, un azzurro molto chiaro quelle più distanti, fino al bianco delle cime innevate che bloccano la visuale di quello che c’è oltre.
La maggior parte delle case ha i tetti ripidi e il giardinetto, fatta eccezione per il centro. In quest’area, la Hauptplatz è la piazza principale. L’indirizzo corrisponde all’appartamento di mia madre, in un condominio accanto al municipio e di fronte a una celebre fontana. I negozi chiudono a mezzogiorno e alle sei del pomeriggio.
Gli austriaci che ho visto hanno dei lineamenti misti di quelli dei tipici italiani e dei tipici tedeschi. La lingua italiana la imparano in tanti, a scuola. Spesso ti salutano anche se non li conosci, dicono “Hallo” oppure “Scott” (però non trovo questa parola sul vocabolario), sorridono e sono gentili.
Non avevo mai visto mia madre parlare in tedesco. Da poche settimane prende lezioni private, studia con impegno e trae incoraggiamento dai sorrisi dei negozianti austriaci con cui scambia qualche parola. Non posso pensare che è buffa solo perché io non so parlare tedesco!
Non avevo mai visto mia madre lavorare. A “Cantina Toscana”, passa la maggior parte del tempo in cucina con i due cuochi, marito e moglie catanesi, e si occupa di alcune cosette: rifornire le vaschette degli ingredienti; preparare le insalate, i dolci e il cocktail di gamberi; lavare le stoviglie e tenere pulita la cucina. Inoltre, a inizio e fine della giornata di lavoro pulisce anche i pavimenti delle sale e i bagni. Io la trovo svelta e agile.
Quando non ha lavorato, abbiamo fatto delle passeggiate insieme. Una volta, ci siamo spinte fino a un cartello stradale che diceva che non ci trovavamo più a St. Veit e ci siamo inerpicate su un monticello con le “stazioni” della Via Crucis, fino alla cima, dove neppure mia madre era mai stata. Ci siamo sedute sulle panchine, nel senso che ogni venti minuti cambiavamo panchina per ammirare un panorama diverso o perché c’era troppo vento o batteva il sole troppo forte. Io mi ero portata il mio blocco degli schizzi, ma avevo scordato a casa il portacolori, così ho parlato con mia madre davvero tanto. Dopo un po’, ho appoggiato la testa sulle sue ginocchia e ho continuato a blaterare mentre lei mi accarezzava la fronte. Ho pensato che, quando rimarrà di nuovo da sola, ci vorrà ritornare per cercare di ricordarsi di me, per questo ho tentato di dire cose intelligenti.
Ho dormito per quattro notti nel suo appartamento.
Ho trascorso un po’ di tempo in compagnia dello zio Gianni e della sua compagna, Lucia: sono le persone che mia madre frequenta di più. Di mio zio mi rimarrà il ricordo dei suoi frequenti e disinvolti passaggi di lingua, dal catanese all’austriaco. Di Lucia ho disegnato un ritratto.
Ho incontrato tanti italiani emigrati in Austria e di parecchi ho ascoltato le storie di come sono finiti a vivere lì.
Ho mangiato in un ristorante tipico.
Ho fatto alcune passeggiate in solitaria, una anche il giorno di Pasquetta, senza un’anima viva intorno a me.
Ho ammirato il lago di Wörther – forma lunga e sottile, con una circonferenza di circa 18 km - dalle rive opposte di Klagenfurt e di Velden. Ho pensato alle Prospettive, i diversi punti di vista, il fumetto appena completato e che già mi sembra appartenere al passato. Forse mi è già venuta voglia di scrivere un altro fumetto…?!
Ma no…
Durante il viaggio di ritorno, fino alla notte del 14 aprile, ho disegnato e ho scritto molto. Appena sono tornata alla mia casetta ho scaricato e guardato attentamente le 113 foto scattate in quei giorni. Ho subissato il mio povero Giuseppe di parole.
Mi fermo, almeno per adesso…
Dal prossimo post ritornerò con Prospettive!
Iscriviti a:
Post (Atom)