mercoledì 21 ottobre 2009

Olivia & Omar #3




mercoledì 14 ottobre 2009

Olivia & Omar #2
















Olivia & Omar #1







Olivia & Omar

Da qualche tempo mi frullava in testa un'idea...

Mi sarebbe piaciuto raccontare le avventure di una coppia di giovani tipica di questi tempi: a trent'anni suonati, sono ancora un po' ragazzini, convivono senza sapere quando e se vorranno sposarsi, lavorano sotto l'ombra del precariato... e ancora (ma questo non succede a tutti...), hanno lasciato la loro città natale in cerca di qualche miglioramento. Avrei voluto disegnare le loro storie di vita reale immerse in un'atmosfera leggera e con delle gag surreali e sarcastiche. E per questo, utilizzare uno stile di disegno deformed e "rompere" le gabbie della tavola, qualche volta.

Figuriamoci se potevo mettere in pratica la mia pensata, con tutto il lavoro che ho avuto negli ultimi tempi!... Eppure, al ritorno dal Pisa Book Festival, stavo per esplodere. Non ho disegnato seriamente per quasi un mese e mezzo. Ora basta, mi sono detta. Mi punirò. Prometterò ai lettori del mio blog una monotavola a settimana di questo nuovo fumetto, "Olivia & Omar".

Sarà dunque un fumetto ad episodi che si svolgono in tavole autoconclusive, ma con un filo conduttore generale.
Come vedrete, i disegni sono un po' scarabocchiati e il lettering è fatto a mano. Magari, un giorno ci sarà modo di ripassare tutto con un bel tratto pulito, ma credo che adesso il mio desiderio sia quello di fare un fumetto "spensierato". E d'altronde, tutto il resto lo curo con attenzione, come sempre. Ah, il colore del tratto sarà volutamente diverso nelle varie tavole.
Nei prossimi due post, i primi due episodi di "Olivia & Omar". Vi avverto, le tavole sono un po' grossine di dimensioni (circa 600 kb), perchè ci sono tante vignette.
Il primo, in effetti, è un episodio di presentazione, come dice lo stesso titolo.

Buona lettura!... e spero saprete dirmi che ne pensate!

giovedì 17 settembre 2009

Prospettive sul quotidiano




venerdì 28 agosto 2009

Una storia da Catania

Ho passato esattamente un mese a Catania!...
Come al solito, non sono riuscita a dedicarmi a tutto quello che intendevo fare e a tutte le persone che volevo incontrare, ma è stato comunque un periodo in cui si sono concentrati contatti, gitarelle, uscitine, pensieri, storie…
Per quanto riguarda i fumetti, ne ho una. Non una delle mie!

Una mattina di qualche settimana fa ho pescato in fumetteria un bel volantino che pubblicizzava un corso di fumetto a Catania «tenuto da Francesco Vivona, autore ed editore della serie “Il Cammino dei Sette Millenni” (in edicola)».
Stupita di tante iniziative tutte insieme ad opera di un fumettista catanese a me sconosciuto, sono andata in un’edicola e ho comprato il N° 5 di questa serie a fumetti fantasy. Dopo averlo letto e guardato con attenzione, ho scoperto anche il sito internet della casa editrice e della serie:
http://www.omniars.com/
http://settemillenni.com/
Non sarebbe il mio genere, ma ho trovato la storia abbastanza coinvolgente, il disegno occidentale con influenza manga accattivante e la lettura scorrevole. L’ideatore della serie fornisce dei dettagliati layouts a un disegnatore/inchiostratore e poi a un colorista. La serie è ipotizzata in una trentina di volumi e si ha l’impressione di entrare in un universo strutturato con cura ed equilibrio: personaggi, tribù, ambientazioni, miti…
Soltanto il lettering mi ha un po’ “disturbato” (ma io ho un occhio fine, ormai!) e forse il testo in alcuni punti potrebbe essere scritto meglio. E la filosofia della casa editrice, di cui ho letto nel sito internet, temo che in alcuni punti possa apparire un po’ pretenziosa.
É vero che non abito più a Catania, ma anche in questa città isolata e con limitati punti di riferimento ho sempre cercato di confrontarmi e di cercare contatti nel settore, soprattutto nel corso degli ultimi anni. Sarebbe molto complicato parlare dell’ambiente fumettistico catanese, ma attribuivo molti dei suoi problemi alla assenza di una casa editrice di fumetti che riuscisse a pubblicare a livello nazionale. Pertanto, ho provato una grande emozione nel conoscere Francesco Vivona!
Innanzitutto, ho chiesto di lui ad amici, appassionati di fumetti e fumetterie di Catania. Dopo aver accettato il fatto che nessuno di loro poteva aiutarmi ed esitato fino a tre giorni prima della mia partenza per Pavia, mi sono fatta la faccia tosta di scrivergli una mail e chiedergli di incontrarlo.
Ho potuto così avere una lunga chiacchierata con questo ragazzo di soli 27 anni. Informazione utile: gli arretrati della serie possono essere richiesti in fumetteria (il distributore è Pan Distribuzione). Mentre parlavamo ci confrontavamo, ma devo dire che alcune cose ho potuto capirle soltanto dopo averci riflettuto su in un secondo momento: spero che rimarremo in contatto per ridiscuterne in futuro. L’isolamento è sempre in agguato!
In ogni caso è rimasta l’ammirazione per un ragazzo catanese che ha completato la propria formazione in una scuola di fumetto a Roma, tre anni fa ha ideato un progetto, ha constatato che non avrebbe trovato un editore disposto a pubblicarlo e ha messo su una propria casa editrice a Catania, circondandosi di giovani collaboratori sparsi in tutta Italia. È facile pensare che abbia potuto permetterselo grazie a risorse proprie, ma ha avuto l’audacia di farsi carico di tutto e basta leggere anche uno solo dei volumi de “Il Cammino dei Sette Millenni” per apprezzare il suo impegno e i suoi risultati.
Mi auguro che possa trovare tanti altri sostenitori, ancora molto a lungo!

martedì 28 luglio 2009

Riminicomix

… una fiera di fumetti in estate, mi aveva sempre incuriosito!
In effetti, il modello Riminicomix del Cartoon Club – editori della rivista “Fumo di China”- merita un certo interesse…
La giornata passava sul lungomare, sulla spiaggia libera o in uno dei “numerosi” (avevano il numero!) bagni di Rimini. Dalle 17 alle 24 apriva Riminicomix, una tensostruttura al Parco Fellini, dal quale transitavano tantissime persone a passeggio…
Di fronte all’ingresso principale della tensostruttura, c’era il palco con l’affollatissima sfilata dei cosplayers, seguita dalle proiezioni di vari film o serie d’animazione.
Naturalmente, il parco era circondato da strutture ricettive, cafè, pub e ristoranti, e c’era anche un camioncino per i meno esigenti.
In sintesi, funzionava… In particolare, il banchetto della Tunuè era un piccolo e quasi del tutto “circondato” da altre bancarelle che forse non invitavano il lettore forte di fumetti ad avvicinarsi: da un lato avevamo un’esposizione di bastoni, pugnali, elmi e spade fantasy, dall’altra un ricco assortimento di vestiti in stile gotico. Quindi, l’esito delle vendite non è stato alto, ma mi sono divertita…
Il sabato notte, dopo Riminicomix, ho giocato a minigolf con i Tunuè e dopo siamo andati a fare i buffoni ballando ad un locale sull’estremità del lungomare più vicina al Parco, il Rockisland.
Ho comprato “Io e te su Naboo”, un bel romanzo a fumetti di Mabel Morri, autrice riminese. Anche i suoi personaggi vivevano a Rimini, e io ho finito di leggere le loro storie seduta su una panchina sul lungomare.
Il Riminicomix è stata una tappa del mio viaggio verso Catania…
Domenica notte mi sono messa in auto con i Tunuè che hanno guidato eroicamente fino a Latina. Io mi sono incastrata fra le valigie, i miei zaini e una decina di copie di Prospettive che mi cadevano sulla testa ogni volta che facevamo una curva.
Chissà se il modello Riminicomix possa essere applicato per una fiera di fumetti in Sicilia, un giorno?... Io ci penso!…

venerdì 24 luglio 2009

Una strana risata

Risale a circa un mese fa un’intervista che mi hanno fatto per “Flair”.
E oggi credo che sia la prima volta in vita mia che compro una rivista per donne: si tratta del numero di agosto, uscito nelle edicole il 21 luglio. L’ho comprato stamattina, per un motivo molto preciso… Cercare un articolo che parlasse di me, di Prospettive e dei fumetti che consiglio di leggere in estate.
In effetti, sono riuscita a trovarmi, a pagina 106.
A parte che avrei preferito qualche parola in più sul libro al posto della puntualizzazione sul “gateau di patate” (il mio piatto preferito)… e il fatto che so benissimo che a Catania non ci sarà mia madre per prepararmelo (vive in Austria)… e che forse dovrei arrabbiarmi per l’immagine (superficiale?) che emerge di me e di quella che non emerge di Prospettive…
Mi sono vista in mezzo alle “scrittrici bestseller”, “da Zadie Smith a A.M. Holmes, i migliori talenti al femminile”!... e ho riso. Una strana risata!

martedì 30 giugno 2009

Lettering: guarda da vicino

Da quando offro i miei servigi alla ReNoir Comics mi è capitato di guardare da molto vicino diversi fumetti.
L’attività che mi ha permesso di farlo è stata il computer lettering, che ho appresso lavorando per una casa editrice di fumetti con uno standard di qualità grafica piuttosto elevato. Parlandone in giro anche con altri fumettisti, ho spesso notato l’aria interrogativa dei miei ascoltatori, così ho pensato che potesse essere interessante spiegarlo bene, e nel frattempo accennare ad alcuni di fumetti che sono fiera di aver letterato!

Il computer lettering è l’inserimento dei testi nei balloon scritti al computer e tramite applicativi specifici, come Indesign, Photoshop, QuarkXpress e Illustrator. In corrispondenza del balloon viene creata una casella di testo e all’interno di questa viene riportato il testo, in forma vettoriale (a parte alcune eccezioni per cui è necessario creare delle immagini). Contestualmente si sceglie un font, ovvero il tipo di carattere da adoperare – ci sono i font già presenti nel sistema operativo, i font che si scaricano da internet e i font che si acquistano. A quel punto, tutto si gioca sul modo di fare entrare il testo nel balloon. Oltre le dimensioni, l’interlinea e la distanza fra le singole lettere, ci sarebbero principi diversi a cui potersi riferire…
C’è il principio della coerenza con i disegni della tavola, di modo che lo stile del font si adegui il più possibile alla grafica del fumetto.
C’è il principio della coerenza con i balloon, di modo che i testi devono essere inseriti uniformando il più possibile la distanza con il bordo delle “nuvolette”.
C’è il principio della coerenza con i testi, per cui quando si va a capo si cerca di mantenere l’integrità delle parole e delle frasi, per esempio mettendo sempre a capo le congiunzioni, gli articoli e le preposizioni con le parole a cui si legano, o evitando il più possibile il trattino che spezza la parola.

Se un lettering viene inserito “a cacchio”, cioè senza rispettare nessuno o anche solo uno di questi principi, il lettore può rimanerne infastidito o affaticato man mano che prosegue nella lettura. Al contrario, se il lettering è ben fatto, la lettura prosegue così liscia e senza intoppi che il lettore neanche ci fa caso.

Nel frattempo, se si è abbastanza curiosi, mentre sfoglia e ingrandisce a dismisura le tavole sullo schermo del computer, il letterista può apprezzare i disegni o leggere la storia… alla fine, anche riuscire a conoscere il fumetto molto bene.

Di seguito, i tre fumetti che mi ha fatto più piacere in assoluto letterare.

“Amazing Joy Buzzards” di Dan Hipp e Mike Smith, di prossima pubblicazione per ReNoir. Proprio in questi giorni lo sto letterando, è una sfida ma mi sto divertendo un sacco: è un grande fumetto d’autore, di genere difficilmente definibile, come lo è il lettering originale americano a cui devo cercare di essere il più fedele possibile. Nel link in basso c’è una descrizione del volume con un’anteprima muta, ma io qui mostro una tavola letterata. Da notare:
1) Ben quattro font diversi!
2) I balloon rosa della seconda vignetta sono stati leggermente ruotati.
3) La scritta “Che ne dici?” è un’immagine costruita su Photoshop.
Link:
http://www.renoircomics.it/IT/CATALOGO/AJB.html

“Il mio diario assolutamente segreto” di Dee Shulman, che a metà giugno ha visto la luce con Mondadori. Tramite ReNoir, poco tempo fa, ne ho avuto in cura il lettering, in parte fatto anche a mano. Sembra di avere fra le mani un autentico diario segreto, pieno di colori, disegni e fumetti, arricchito perfino di fotografie, ritagli di giornale e incarti di caramelle. In questo caso, la sfida è stata simulare la calligrafia di una bambina di 12 anni.
Link:
http://www.ragazzi.mondadori.it/schedalibro/978880459037

“Perché ho ucciso Pierre” di Alfred, pubblicato da Tunuè. Quasi tutto il lettering è stato fatto al computer, simulando la calligrafia dell’autore. C’erano tanti balloon-didascalie di dimensione quadrata, ma ho dovuto variare spesso le dimensioni e la distanza fra le varie lettere. Anche in questo caso, è stato davvero piacevole lavorare ad un fumetto stupendo.
Link:
http://www.tunue.it/page.php?idArt=8324

lunedì 1 giugno 2009

Io inciampo

Chi ha camminato insieme a me per un po’ mi conosce molto bene sotto questo punto di vista: inciampo continuamente. A ben ragionare, succede soprattutto quando mi trovo in un posto nuovo, oppure sono un po’ stanca o ci sono parecchie cose in giro da vedere. Ad ogni modo, conosco bene la sensazione della paura di cadere, perché la sento tutte le volte che sta per succedere. Però, non l’avevo mai vissuta tanto intensamente come ieri, al Parco Nazionale di Val Grande, denominato “l'area selvaggia più vasta delle Alpi”, meta di una delle gitarelle di me e Giuseppe.
È iniziata lungo la strada per Cicogna, località letteralmente immersa nel Parco di Val Grande, frazione di Cossogno, a 720 metri sul livello del mare, con soli 17 abitanti: cinque chilometri in salita, curve curve, con lo spazio per una macchina in una strada a doppia corsia. Il lato del guidatore era a fianco della montagna, mentre il mio era affacciato sulla valle, ad un altezza senza possibilità di sopravvivenza ad una caduta. Ad un certo punto, siamo perfino passati sotto un tunnel con le pareti in pura roccia, senza cemento, luce, in pieno stile “wilderness” (la promozione del Parco è incentrata su questo aggettivo).
Dopo aver parcheggiato la macchina, da Cicogna siamo partiti per il sentiero natura denominato “Una storia d’acqua”, verso Pogallo. In realtà, non sapevamo bene cosa fosse Pogallo.
Ad ogni modo, non potevamo camminare mano per la mano. Percorrevamo il fianco ripido di una montagna. Il sentiero molto stretto vantava la stessa filosofia della strada per raggiungere Cicogna in macchina: a sinistra, puoi ammirare e pure toccare con mano la natura accanto a te, le rocce, gli alberi, i ruscelli… a destra, puoi ammirare ma non toccare, perché se ti sporgi troppo puoi cadere, rotolare e tutto il resto. E difatti, lungo il cammino abbiamo riscontrato la presenza di alcune lapidi, nativi della zona. Mi sono immaginata che doveva trattarsi di persone che avevano lavorato per costruire quell’impervio sentiero.
Giuseppe camminava davanti a me e mi avvertiva in anticipo se il terreno era fangoso o se c’era stata una frana, e le sue espressioni di meraviglia precedevano sempre le mie. Pian piano la mia fifoneria si è mitigata. E ho iniziato a godermi il paesaggio meraviglioso, con il verde immenso e in gran parte probabilmente inaccessibile della valle, attraversato spesso da ruscelli e cascate.
Al termine del nostro sentiero natura abbiamo scoperto Pogallo, raggiungibile dopo 1 ora e mezza di cammino, necessariamente a piedi: all’improvviso, si è aperta una vasta pianura con l’erba alta e un minuscola località composta da deliziose piccole baite e alcune casupole in rovina qua e là.
Al ritorno, ho insistito per camminare io davanti. Sentivo Giuseppe ridere, mentre mi diceva che era impressionante vedermi inciampare da dietro, ogni dieci secondi. E tuttavia, non cadere mai.

lunedì 25 maggio 2009

Nuvolette

La mattina del 24 maggio mi sono svegliata verso le cinque, ascoltando attentamente il ritmo dei gorgheggi delle colombe che abitano accanto al mio balcone, di fronte alla camera da letto. Mi sono alzata a chiudere la finestra, sono tornata a letto, mi sono rialzata per riaprirla e rinfrescare l’aria, poi di nuovo a letto, dopo ancora sono andata a chiuderla per non sentire più altri gorgheggi e battiti di ali…
Durante la colazione, mi sono venute in mente le giornate in cui a Catania mio padre mi raccomandava di conservare i noccioli delle ciliegie e cacciava le colombe dal nostro territorio, a colpi di fionda.
Alla stazione di Pavia, durante i 40 minuti di ritardo del treno, mi sono accorta che la temperatura stava iniziando a salire, e la sensazione è continuata a Milano (dove ho atteso 55 minuti la nuova coincidenza), fino a Cremona, dove si svolgeva Nuvolette a Cremona, organizzato dal Centro Fumetto Andrea Pazienza. Sono arrivata al ristorante paonazza, con le papole ai piedi e le colombe che mi tubavano nel cervello.
A capotavola c’era il mio ospite, Michele Ginevra. Alla sua sinistra, i grandi autori Paola Barbato, Angelo Stano e Michele Medda, dall’altro lato erano già seduti i cosiddetti “giovani”, i cremonesi Marco Morandi e Alessandro Fusari. E poi io. A parte i fumetti, abbiamo parlato di rospi, insetti e rane fritte.
È stata una giornata piacevole, anche se temo di essere sembrata isterica, o forse solo irrequieta, o logorroica, o incapace di tenere il filo del discorso.
Ho seguito l’incontro su Caravan, la prossima miniserie Sergio Bonelli Editore, che mi ha incuriosito nella sua forma di fumetto bonelliano atipico, senza eroi e senza pistole o agguati sulla copertina. È stato emozionante seguire il discorso di Michele Medda, e sentirlo affrontare diligentemente le innumerevoli domande degli spettatori… dietro le sue risposte, decine di migliaia di lettori e numerosi anni di esperienza come sceneggiatore. Provare a immaginarlo, è commovente.
Lo è anche la percezione che anche autori apparentemente “arrivati” abbiano ancora voglia di innovare, o abbiano il bruciante desiderio, a volte poco definito, di provare “qualcos’altro”.
Ho parlato un po’ anche con Davide Reviati: insieme abbiamo tenuto un incontro presentati da Andrea Brusoni, presidente del CFAP. “Raccontano il difficile rapporto col proprio vissuto” e “presentano i loro graphic novel” erano i nostri elementi in comune. Per il resto, secondo me, io ci guadagnavo di più: sono stata accostata all’autore di “Morti di sonno”, pubblicato da Coconino, da molti già indicato come capolavoro.
È stato divertente come, dopo qualche minuto dall’inizio dell’incontro, è stato rivelato il finale di Prospettive. E poi, verso la fine, abbiamo dibattuto di nuovo su questo particolare per un bel po’. Per fortuna non c’erano molti spettatori, e quelli che avevano già comprato e dovevano ancora leggere il libro hanno dovuto andarsene via prima.
... Non la smettevo più di parlare! Dopo, per la prima volta ho avuto un disappunto da parte del pubblico, così ho dovuto riflettere un po’ su quello che stavo dicendo, invece di continuare con la ruota libera. E mi sono accorta che, da quando è stato pubblicato e dopo aver raccolto una ventina di pareri di stimati lettori (compresi ieri, quelli di Francesca Follini e di Igort – indirettamente, me l’ha riferito Davide Reviati), sono piuttosto sicura di me e del mio fumetto.
Prima di andarmene mi sono presa una locandina della manifestazione in ricordo della bella giornata, con il mio nome e una delle immagini di Prospettive che preferisco di più.

lunedì 11 maggio 2009

Prospettive: anteprima