sabato 14 novembre 2009

Da lontano

Ieri mattina ho pedalato fino al negozio di belle arti più fornito di Pavia, cioè, quello che sono riuscita ad individuare durante una delle mie rare esplorazioni della città in bicicletta. Ormai è passato un anno da quando ci abito, eppure la conosco ancora pochissimo!
Il negozio in questione si intitola "colorificio", ma comprende un'ampia sezione di ferramenta e il primo piano è tutto dedicato alle belle arti. Mi piace gironzolare in questo genere di negozi, prima di andare a cercare o a chiedere esattamente quello che mi serve. Ciò non di meno, dietro i miei gironzolamenti si nasconde lo scarso spirito d’iniziativa verso quello che ho progettato di fare… Quante volte mi è già capitato, di andare a comprare dei materiali per INIZIARE a sperimentare la pittura? Non che non l’abbia mai provata, ma ho sempre finito per abbandonare dopo aver constatato l’esito dei miei mediocri risultati.
… Oggi c’è stata una nuova prima volta con i pennelli, gli acquerelli e gli acrilici… in bianco e nero, naturalmente. Per adesso non posso chiedere di più a me stessa. Ho pensato di prendere due piccioni con una fava, così da sperimentare la pittura e studiare i diversi tratti somatici di bambini e ragazze di paesi lontani. Ho disegnato con il computer acceso davanti a me, con le foto delle immagini a cui mi sono ispirata, con dei soggetti che mi piacevano molto… Prima ho disegnato una bimba cambogiana, poi un bimbo del Ruanda e ho concluso con un tris di ragazze del Sudan... Al momento, direi che hanno fatto quasi tutto i soggetti.
Presto dovrò passare anche agli sfondi e ai paesaggi, però!

martedì 3 novembre 2009

BLUSH a Lucca Comics

E allora, il report annuale di Lucca Comics…
Inizio a notare che dal 2007 – da quando fu pubblicato IDJ – e con il passare degli anni, circoscrivo sempre di più la mia area d’azione nella manifestazione!
Ogni tanto mi è capitato di aprire la mappa di Lucca C&G e vedere che in effetti non mi sono mossa granchè… A parte il padiglione editori a Piazza Napoleone, dove entravo e uscivo – per fumarmi una sigaretta in compagnia o per mangiare – di continuo, mi sono resa conto che ho gironzolato anche e solo a Lucca Junior, al Padiglione editori a Piazza S. Michele e al Palazzo Ducale per le esposizioni. Insomma, non ne vado fiera. Da parte mia, avrei una giustificazione che va oltre il mio impegno a trascorrere la maggior parte del mio tempo dai Tunuè: un doloroso mal di schiena si è impossessato del mio cervello e mi suggeriva di starmene seduta buona il più possibile.
Eppure, l’umanità che ho trovato fra le mie quattro mura la sento sempre più intensa, mi è capitato di volere un gran bene a qualcuno, o di sentirmi dire certe cose che, se fossi stata in un fumetto, ci sarebbe stata una vignetta con il mio viso stupito e accanto l’onomatopeia BLUSH.

29 OTTOBRE, giovedì. Reduce dalla sveglia delle 5.30, riesco ad arrivare di buon mattino a Lucca. Mi accorgo che all’interno del padiglione di piazza Napoleone lo stand Tunuè si trova dalla parte opposta rispetto al 2008, cioè, nella parte più lontana rispetto all’ingresso principale. Insomma, c’è il pericolo che la maggior parte dei visitatori giunga a noi solo alla fine…



Non siamo ancora in molti, gli autori allo stand. Oltre me, solo Paco Roca e Gud.
Una nuova uscita della Tunué: la collana album, tra cui anche quello intitolato a me. Una specie di book tascabile, davvero carino.
Approfittando dei toni ancora bassi, faccio un giro per i vari stand, accompagnata dall’impressione che la “concorrenza” sia molto aumentata. Vedo un mucchio di roba che vorrei comprare, ma decido di rimandare tutti i miei acquisti al weekend – così, senza un motivo preciso. Giusto il tempo di ricevere una telefonata nel pomeriggio dal mio Giuseppe e sapere che l’indomani sarebbe andato a pagare anche da parte mia quasi duecento euro per una spesa burocratica imprevista che riguarda la nostra casetta a Pavia.
Ad ogni modo, trascorro questa prima giornata con una certa serenità e senso di beatitudine, salutando un po’ di persone ai vari stand. Incontro spesso Francesca Follini, e ogni volta abbiamo qualcosa di cui chiacchierare.
C’è anche il mio amico Simone Campisano, che gironzola per Lucca. Ci incontriamo spesso e alla fine prendiamo una birrozza insieme. Mi racconta della sua bella esperienza con il primo “Workshop Intensivo di Teoria e Pratica del Fumetto per giovani autori non professionisti”. Sono quelle occasioni di cui è una fortuna poter approfittare per primi. Sono contenta per lui!
La sera, dopo le sette, la schiena comincia a farmi male. Ops. Era successo anche un anno fa, ma mi ero stupidamente convinta che non fosse una cosa di cui preoccuparmi seriamente. Che cos’è che ha Lucca di particolare che me lo procura? La forma delle sedie? L’altezza dei tavoli?... Ad ogni modo, presto diventa insopportabile. Desidero solo avere la possibilità di avere un pezzo di pavimento tutto per me per fare un po’ di stretching. Per farla breve, andare al B&B che hanno prenotato i Tunuè. Ma prima, andiamo tutti ad assistere alla premiazione Gran Guinigi al Teatro del Giglio.
Sapevo che quest’anno non ci sarebbe stato il buffet – ahimè – e forse per farlo dimenticare meglio è stata scelta una location più spettacolare, ma la premiazione mi ha lasciata piuttosto delusa, sia per i premi che per l’organizzazione… Ne parlano a questo articolo:
http://www.loschermo.it/articolo.php?idart=22559.
Per quanto riguarda l’assegnazione dei premi, poi, mi trovo d’accordo con Claudio Stassi…
http://stassiclaudio.blogspot.com/2009/11/gran-guinigi-2009.html
… e aggiungo che, prima di procedere ai nominati, avrebbero potuto indicare una rosa di candidati. Proprio quest’anno che c’è stato un aumento della produzione anche da parte di bravi autori italiani… Per esempio, abbiamo saputo da Marco Corona – uno dei giurati - che un titolo Tunuè, “Nessun Ricordo” di Giovanni Marchese e Luca Patanè, era arrivato piuttosto in alto. Per loro, se questa informazione fosse arrivata perlomeno al pubblico della sala, sarebbe stata una bella soddisfazione.
Novità… è stato istituito un premio da parte della Repubblica Italiana a un autore di fumetti, Sergio Toppi, quest’anno. Non so bene in che cosa dovesse consistere, ma speriamo che in futuro decidano di convertirlo anche in una somma di denaro che male non farebbe ai fumettisti…
Dopo la premiazione, siamo andati al B&B. Abbiamo cenato con un buon piatto di pasta col tonno, e dopo siamo rimasti solo in quattro. Davanti ai nostri bicchieri di vino che si andavano svuotando e riempiendo, io, Gud e i miei editori maschietti, Massimiliano e Emanuele, abbiamo iniziato a discutere per ore, mostrando aspetti diversi nei pareri e nei punti di vista di editori e autori. Mi sono ritrovata ad ascoltare molto e a parlare poco: il vino mi aveva fatto passare il senso di beatitudine e il percorso che ho davanti come fumettista mi sembrava di colpo troppo lungo e ingrato. Forse ho perfino straparlato, nei pochi momenti in cui ho aperto bocca. Ma alla fine, il confronto è stato molto utile. Ci credo, nei Tunué.

30 OTTOBRE, venerdì. Al B&B Tunuè, entrano silenziosamente nella mia camera i maschietti armati di cuscini per dare la sveglia a me e a Concetta. Ma io sono già sveglia, e reagisco scalciando e facendo roteare il mio cuscino su di loro.
Cominciano ad arrivare un po’ di personaggi allo stand dei Tunuè, tra cui alcuni che non avevo mai incontrato, Stefano Piccoli e Marco Pellitteri (un altro siciliano!).
Qualcuno mi dice che hanno pubblicato sulla fotogallery di Lucca Comics questa mia foto, intitolata “Paola Lonatella”.
A pranzo, passo un po’ di tempo con una mia amica, Francesca, che abita a Pescia, poco distante da Lucca: mi ha ospitato lei, un paio di volte, nel 2005 e nel 2006, seguendo i miei esordi. Ci siamo incontrate dopo tre anni! Mi ha fatto davvero tanto piacere ascoltarla e poterle regalare il mio miglior frutto, Prospettive.
Alle 16 vado allo Showcase di Vittorio Giardino. Dopo, aspetto di regalare anche a lui una copia di Prospettive allo stand Edizioni del Grifo, sopportando qualsiasi mal di schiena pur di potergli parlare un po’. E in effetti lo abbiamo fatto. Ogni cinque minuti io dicevo “Ti accompagno”, e conservo un ricordo bellissimo della scorta che gli ho fatto fino all’ingresso del suo hotel. E inizio a rendermi davvero conto di alcune cose … tra le altre, che sono fortunata ad avere un fidanzato che capisce di fumetti e che nel mio lavoro mi è sempre vicino, che dovrei essere felice del fatto che il mio editore mi ha sempre lasciata molto libera di esprimermi e che ci vuole del tempo per tutti, per raggiungere certi risultati nel disegno.
Dopo la chiusura della manifestazione, siamo tornati al B&B per il party Tunuè. Io la chiamavo fiesta, anche a ragione di tutte le persone che parlavano in spagnolo presenti. Non so bene com’è stato possibile, ma quella casa si è riempita di tanta gente. Credo che ad un certo punto fossimo anche in quaranta, là dentro. Questa volta il vino mi è preso proprio bene: ero allegrotta, ho tirato fuori il mio umorismo, mi sono sentita stimata e voluta bene, mi sono proprio divertita. Abbiamo continuato la serata alla festa dei 30 anni della scuola Internazionale di Comics, e anche lì la compagnia è stata molto piacevole. Soltanto di tanto in tanto, mi rendevo conto la schiena era davvero dolorante e ho pensato che dovrò seriamente farmi vedere da un medico, al mio ritorno a Pavia.

31 OTTOBRE, sabato. Al risveglio, trovo al B&B Tunuè un po’ di persone che hanno passato la notte a dormire per terra, con sacchi a pelo e piumini. Vengo a sapere da Giovanni Marchese che una delle ragazze ha urlato due volte nel sonno. Faccio colazione a un bar con una delle mitiche paste di riso che mi piacciono tanto.
Acquisto i primi fumetti: dai Tunué, il nuovo libro di Paco Roca, “Le strade di sabbia”; da Coconino, “Come un guanto di velluto forgiato nel ferro” di Daniel Clowes, “Lo scontro quotidiano 2” di Manu Lacernet e “Signorina Else” di Manuel Fior… ripasso più volte nella speranza di trovare Igort, a volte aspetto parecchi minuti, ma è una di quelle giornate in cui mi sento in soggezione o che mi sembra davvero troppo impegnato . A ora di pranzo, uno studente dell’Università di Verona mi intervista su Prospettive e registra tutte le mie divagazioni sull’argomento: le diverse rappresentazioni che vari autori e autrici di fumetti hanno saputo dare di località e città italiane e di come lo "sfondo" abbia acquistato una grande importanza nel fumetto, in alcuni casi pari a quella dei personaggi. Ci sediamo a parlare sulle mura di Lucca, godendo del bel tempo. La zona dei cosplayers è da un’altra parte, ma ne vedo qualcuno che mi piace. Mi faccio una foto con l’omino di marzapane di Shreck.
Nel pomeriggio, viene a cercarmi una lettrice appassionata dei miei libri. È una donna adulta di nome Laura, il suo compagno le sta vicino e condivide con poche parole il suo entusiasmo. Mi fa tenerezza. Acconsento a fargli il ritratto su un cartoncino nero, grande quasi quanto un A4. In quel momento, allo stand Tunuè non c’è spazio per tutti gli autori presenti, così mi metto fuori. Simone si siede accanto a me, va e torna, e io sono ancora lì a disegnare. “Spicciati!” mi dice.
La sera, ceniamo ancora al B&B con pasta alla carbonara – si improvvisa cuoco anche Luca Russo - , e siamo ancora in tanti. All’improvviso, una sopresa: mi telefonano i miei amici fumettisti catanesi Kanjano & Ferro, mi dicono che sono appena arrivati a Lucca. Dopo cena, decido di raggiungerli a Piazza Frediano. Baci, abbracci, come stai, che mi racconti, com’è stata Lucca finora, cavolate varie… Mi dicono che sono venuti soprattutto per promuovere il loro fumetto/carnet di viaggio “Europa 2009 d.c.”, di cui le prime 31 pagine su
http://www.kanjano.org/2007/?p=324.
Prendiamo la macchina e continuiamo la serata fuori Lucca, in un locale che si chiama “Prodotto non conforme” e c’è una bella atmosfera familiare. Prendiamo tutti una “bomba” (rum, caffè, bacardi, zucchero di canna, scorzetta di limone) che mi fa passare il sonno di colpo. Finiamo sul retro del locale con il proprietario che ci mostra il suo bellissimo furgone Volkswagen.
Torno al B&B alle tre, ma per fortuna Concetta riesce a sentire che la chiamo sul cellulare per farmi aprire la porta…

1 NOVEMBRE, domenica, ultimo giorno. Decido di vivere in modo più fruttuoso il mio soggiorno a Lucca, così vado un po’ in giro a consegnare i miei cv come letterista. Pochi, rispetto a quelli che ho in borsa, ma è pur sempre un inizio.
Scopro che sulla Gazzetta dello Sport, a pagina 40, è uscito un articolo che parla dei Tunué e anche di me. Evviva!
Ripassa dallo stand l’ammiratrice di nome Laura e, per ringraziarmi del ritratto, mi regala un pacco di biscotti tipici Veneziani. Incredibile…
Disegno un po’ allo stand, ma il tempo inizia a stringere. Andrò via verso le 16.30, in treno.
Fino all’ultimo minuto a Lucca, continuo a ripassare allo stand Coconino, e aspetto ancora Igort, ma lo vedo solo per pochi minuti, e mi sembra sempre impegnatissimo: dopotutto è l’ultimo giorno di fiera anche per lui, mi riferisce Davide Reviati. Se il tempo stringe per me, penso, figuriamoci per lui. Ad ogni modo, l’attesa è sollevata dalla bella chiacchierata con Davide, e dai suoi suggerimenti. Me lo segnala lui, e compro il nuovo fumetto di Andrea Bruno, “Sabato Tregua”, un volume di grande formato, 30x42. Poi, mi deciderò a scrivere una mail a Igort, per quello che avrei voluto dirgli.Per questioni di lavoro e di amicizia vado un paio di volte allo stand Kappa Edizioni… Il loro catalogo mi piace sempre di più. Sono contenta di parlare con Vincenzo Sarno, Giovanni Mattioli, Vanna Vinci e Andrea Accardi. Concludo la mia giornata con un paio di altri BLUSH...

mercoledì 21 ottobre 2009

Olivia & Omar #3




mercoledì 14 ottobre 2009

Olivia & Omar #2
















Olivia & Omar #1







Olivia & Omar

Da qualche tempo mi frullava in testa un'idea...

Mi sarebbe piaciuto raccontare le avventure di una coppia di giovani tipica di questi tempi: a trent'anni suonati, sono ancora un po' ragazzini, convivono senza sapere quando e se vorranno sposarsi, lavorano sotto l'ombra del precariato... e ancora (ma questo non succede a tutti...), hanno lasciato la loro città natale in cerca di qualche miglioramento. Avrei voluto disegnare le loro storie di vita reale immerse in un'atmosfera leggera e con delle gag surreali e sarcastiche. E per questo, utilizzare uno stile di disegno deformed e "rompere" le gabbie della tavola, qualche volta.

Figuriamoci se potevo mettere in pratica la mia pensata, con tutto il lavoro che ho avuto negli ultimi tempi!... Eppure, al ritorno dal Pisa Book Festival, stavo per esplodere. Non ho disegnato seriamente per quasi un mese e mezzo. Ora basta, mi sono detta. Mi punirò. Prometterò ai lettori del mio blog una monotavola a settimana di questo nuovo fumetto, "Olivia & Omar".

Sarà dunque un fumetto ad episodi che si svolgono in tavole autoconclusive, ma con un filo conduttore generale.
Come vedrete, i disegni sono un po' scarabocchiati e il lettering è fatto a mano. Magari, un giorno ci sarà modo di ripassare tutto con un bel tratto pulito, ma credo che adesso il mio desiderio sia quello di fare un fumetto "spensierato". E d'altronde, tutto il resto lo curo con attenzione, come sempre. Ah, il colore del tratto sarà volutamente diverso nelle varie tavole.
Nei prossimi due post, i primi due episodi di "Olivia & Omar". Vi avverto, le tavole sono un po' grossine di dimensioni (circa 600 kb), perchè ci sono tante vignette.
Il primo, in effetti, è un episodio di presentazione, come dice lo stesso titolo.

Buona lettura!... e spero saprete dirmi che ne pensate!

giovedì 17 settembre 2009

Prospettive sul quotidiano




venerdì 28 agosto 2009

Una storia da Catania

Ho passato esattamente un mese a Catania!...
Come al solito, non sono riuscita a dedicarmi a tutto quello che intendevo fare e a tutte le persone che volevo incontrare, ma è stato comunque un periodo in cui si sono concentrati contatti, gitarelle, uscitine, pensieri, storie…
Per quanto riguarda i fumetti, ne ho una. Non una delle mie!

Una mattina di qualche settimana fa ho pescato in fumetteria un bel volantino che pubblicizzava un corso di fumetto a Catania «tenuto da Francesco Vivona, autore ed editore della serie “Il Cammino dei Sette Millenni” (in edicola)».
Stupita di tante iniziative tutte insieme ad opera di un fumettista catanese a me sconosciuto, sono andata in un’edicola e ho comprato il N° 5 di questa serie a fumetti fantasy. Dopo averlo letto e guardato con attenzione, ho scoperto anche il sito internet della casa editrice e della serie:
http://www.omniars.com/
http://settemillenni.com/
Non sarebbe il mio genere, ma ho trovato la storia abbastanza coinvolgente, il disegno occidentale con influenza manga accattivante e la lettura scorrevole. L’ideatore della serie fornisce dei dettagliati layouts a un disegnatore/inchiostratore e poi a un colorista. La serie è ipotizzata in una trentina di volumi e si ha l’impressione di entrare in un universo strutturato con cura ed equilibrio: personaggi, tribù, ambientazioni, miti…
Soltanto il lettering mi ha un po’ “disturbato” (ma io ho un occhio fine, ormai!) e forse il testo in alcuni punti potrebbe essere scritto meglio. E la filosofia della casa editrice, di cui ho letto nel sito internet, temo che in alcuni punti possa apparire un po’ pretenziosa.
É vero che non abito più a Catania, ma anche in questa città isolata e con limitati punti di riferimento ho sempre cercato di confrontarmi e di cercare contatti nel settore, soprattutto nel corso degli ultimi anni. Sarebbe molto complicato parlare dell’ambiente fumettistico catanese, ma attribuivo molti dei suoi problemi alla assenza di una casa editrice di fumetti che riuscisse a pubblicare a livello nazionale. Pertanto, ho provato una grande emozione nel conoscere Francesco Vivona!
Innanzitutto, ho chiesto di lui ad amici, appassionati di fumetti e fumetterie di Catania. Dopo aver accettato il fatto che nessuno di loro poteva aiutarmi ed esitato fino a tre giorni prima della mia partenza per Pavia, mi sono fatta la faccia tosta di scrivergli una mail e chiedergli di incontrarlo.
Ho potuto così avere una lunga chiacchierata con questo ragazzo di soli 27 anni. Informazione utile: gli arretrati della serie possono essere richiesti in fumetteria (il distributore è Pan Distribuzione). Mentre parlavamo ci confrontavamo, ma devo dire che alcune cose ho potuto capirle soltanto dopo averci riflettuto su in un secondo momento: spero che rimarremo in contatto per ridiscuterne in futuro. L’isolamento è sempre in agguato!
In ogni caso è rimasta l’ammirazione per un ragazzo catanese che ha completato la propria formazione in una scuola di fumetto a Roma, tre anni fa ha ideato un progetto, ha constatato che non avrebbe trovato un editore disposto a pubblicarlo e ha messo su una propria casa editrice a Catania, circondandosi di giovani collaboratori sparsi in tutta Italia. È facile pensare che abbia potuto permetterselo grazie a risorse proprie, ma ha avuto l’audacia di farsi carico di tutto e basta leggere anche uno solo dei volumi de “Il Cammino dei Sette Millenni” per apprezzare il suo impegno e i suoi risultati.
Mi auguro che possa trovare tanti altri sostenitori, ancora molto a lungo!

martedì 28 luglio 2009

Riminicomix

… una fiera di fumetti in estate, mi aveva sempre incuriosito!
In effetti, il modello Riminicomix del Cartoon Club – editori della rivista “Fumo di China”- merita un certo interesse…
La giornata passava sul lungomare, sulla spiaggia libera o in uno dei “numerosi” (avevano il numero!) bagni di Rimini. Dalle 17 alle 24 apriva Riminicomix, una tensostruttura al Parco Fellini, dal quale transitavano tantissime persone a passeggio…
Di fronte all’ingresso principale della tensostruttura, c’era il palco con l’affollatissima sfilata dei cosplayers, seguita dalle proiezioni di vari film o serie d’animazione.
Naturalmente, il parco era circondato da strutture ricettive, cafè, pub e ristoranti, e c’era anche un camioncino per i meno esigenti.
In sintesi, funzionava… In particolare, il banchetto della Tunuè era un piccolo e quasi del tutto “circondato” da altre bancarelle che forse non invitavano il lettore forte di fumetti ad avvicinarsi: da un lato avevamo un’esposizione di bastoni, pugnali, elmi e spade fantasy, dall’altra un ricco assortimento di vestiti in stile gotico. Quindi, l’esito delle vendite non è stato alto, ma mi sono divertita…
Il sabato notte, dopo Riminicomix, ho giocato a minigolf con i Tunuè e dopo siamo andati a fare i buffoni ballando ad un locale sull’estremità del lungomare più vicina al Parco, il Rockisland.
Ho comprato “Io e te su Naboo”, un bel romanzo a fumetti di Mabel Morri, autrice riminese. Anche i suoi personaggi vivevano a Rimini, e io ho finito di leggere le loro storie seduta su una panchina sul lungomare.
Il Riminicomix è stata una tappa del mio viaggio verso Catania…
Domenica notte mi sono messa in auto con i Tunuè che hanno guidato eroicamente fino a Latina. Io mi sono incastrata fra le valigie, i miei zaini e una decina di copie di Prospettive che mi cadevano sulla testa ogni volta che facevamo una curva.
Chissà se il modello Riminicomix possa essere applicato per una fiera di fumetti in Sicilia, un giorno?... Io ci penso!…

venerdì 24 luglio 2009

Una strana risata

Risale a circa un mese fa un’intervista che mi hanno fatto per “Flair”.
E oggi credo che sia la prima volta in vita mia che compro una rivista per donne: si tratta del numero di agosto, uscito nelle edicole il 21 luglio. L’ho comprato stamattina, per un motivo molto preciso… Cercare un articolo che parlasse di me, di Prospettive e dei fumetti che consiglio di leggere in estate.
In effetti, sono riuscita a trovarmi, a pagina 106.
A parte che avrei preferito qualche parola in più sul libro al posto della puntualizzazione sul “gateau di patate” (il mio piatto preferito)… e il fatto che so benissimo che a Catania non ci sarà mia madre per prepararmelo (vive in Austria)… e che forse dovrei arrabbiarmi per l’immagine (superficiale?) che emerge di me e di quella che non emerge di Prospettive…
Mi sono vista in mezzo alle “scrittrici bestseller”, “da Zadie Smith a A.M. Holmes, i migliori talenti al femminile”!... e ho riso. Una strana risata!

martedì 30 giugno 2009

Lettering: guarda da vicino

Da quando offro i miei servigi alla ReNoir Comics mi è capitato di guardare da molto vicino diversi fumetti.
L’attività che mi ha permesso di farlo è stata il computer lettering, che ho appresso lavorando per una casa editrice di fumetti con uno standard di qualità grafica piuttosto elevato. Parlandone in giro anche con altri fumettisti, ho spesso notato l’aria interrogativa dei miei ascoltatori, così ho pensato che potesse essere interessante spiegarlo bene, e nel frattempo accennare ad alcuni di fumetti che sono fiera di aver letterato!

Il computer lettering è l’inserimento dei testi nei balloon scritti al computer e tramite applicativi specifici, come Indesign, Photoshop, QuarkXpress e Illustrator. In corrispondenza del balloon viene creata una casella di testo e all’interno di questa viene riportato il testo, in forma vettoriale (a parte alcune eccezioni per cui è necessario creare delle immagini). Contestualmente si sceglie un font, ovvero il tipo di carattere da adoperare – ci sono i font già presenti nel sistema operativo, i font che si scaricano da internet e i font che si acquistano. A quel punto, tutto si gioca sul modo di fare entrare il testo nel balloon. Oltre le dimensioni, l’interlinea e la distanza fra le singole lettere, ci sarebbero principi diversi a cui potersi riferire…
C’è il principio della coerenza con i disegni della tavola, di modo che lo stile del font si adegui il più possibile alla grafica del fumetto.
C’è il principio della coerenza con i balloon, di modo che i testi devono essere inseriti uniformando il più possibile la distanza con il bordo delle “nuvolette”.
C’è il principio della coerenza con i testi, per cui quando si va a capo si cerca di mantenere l’integrità delle parole e delle frasi, per esempio mettendo sempre a capo le congiunzioni, gli articoli e le preposizioni con le parole a cui si legano, o evitando il più possibile il trattino che spezza la parola.

Se un lettering viene inserito “a cacchio”, cioè senza rispettare nessuno o anche solo uno di questi principi, il lettore può rimanerne infastidito o affaticato man mano che prosegue nella lettura. Al contrario, se il lettering è ben fatto, la lettura prosegue così liscia e senza intoppi che il lettore neanche ci fa caso.

Nel frattempo, se si è abbastanza curiosi, mentre sfoglia e ingrandisce a dismisura le tavole sullo schermo del computer, il letterista può apprezzare i disegni o leggere la storia… alla fine, anche riuscire a conoscere il fumetto molto bene.

Di seguito, i tre fumetti che mi ha fatto più piacere in assoluto letterare.

“Amazing Joy Buzzards” di Dan Hipp e Mike Smith, di prossima pubblicazione per ReNoir. Proprio in questi giorni lo sto letterando, è una sfida ma mi sto divertendo un sacco: è un grande fumetto d’autore, di genere difficilmente definibile, come lo è il lettering originale americano a cui devo cercare di essere il più fedele possibile. Nel link in basso c’è una descrizione del volume con un’anteprima muta, ma io qui mostro una tavola letterata. Da notare:
1) Ben quattro font diversi!
2) I balloon rosa della seconda vignetta sono stati leggermente ruotati.
3) La scritta “Che ne dici?” è un’immagine costruita su Photoshop.
Link:
http://www.renoircomics.it/IT/CATALOGO/AJB.html

“Il mio diario assolutamente segreto” di Dee Shulman, che a metà giugno ha visto la luce con Mondadori. Tramite ReNoir, poco tempo fa, ne ho avuto in cura il lettering, in parte fatto anche a mano. Sembra di avere fra le mani un autentico diario segreto, pieno di colori, disegni e fumetti, arricchito perfino di fotografie, ritagli di giornale e incarti di caramelle. In questo caso, la sfida è stata simulare la calligrafia di una bambina di 12 anni.
Link:
http://www.ragazzi.mondadori.it/schedalibro/978880459037

“Perché ho ucciso Pierre” di Alfred, pubblicato da Tunuè. Quasi tutto il lettering è stato fatto al computer, simulando la calligrafia dell’autore. C’erano tanti balloon-didascalie di dimensione quadrata, ma ho dovuto variare spesso le dimensioni e la distanza fra le varie lettere. Anche in questo caso, è stato davvero piacevole lavorare ad un fumetto stupendo.
Link:
http://www.tunue.it/page.php?idArt=8324

lunedì 1 giugno 2009

Io inciampo

Chi ha camminato insieme a me per un po’ mi conosce molto bene sotto questo punto di vista: inciampo continuamente. A ben ragionare, succede soprattutto quando mi trovo in un posto nuovo, oppure sono un po’ stanca o ci sono parecchie cose in giro da vedere. Ad ogni modo, conosco bene la sensazione della paura di cadere, perché la sento tutte le volte che sta per succedere. Però, non l’avevo mai vissuta tanto intensamente come ieri, al Parco Nazionale di Val Grande, denominato “l'area selvaggia più vasta delle Alpi”, meta di una delle gitarelle di me e Giuseppe.
È iniziata lungo la strada per Cicogna, località letteralmente immersa nel Parco di Val Grande, frazione di Cossogno, a 720 metri sul livello del mare, con soli 17 abitanti: cinque chilometri in salita, curve curve, con lo spazio per una macchina in una strada a doppia corsia. Il lato del guidatore era a fianco della montagna, mentre il mio era affacciato sulla valle, ad un altezza senza possibilità di sopravvivenza ad una caduta. Ad un certo punto, siamo perfino passati sotto un tunnel con le pareti in pura roccia, senza cemento, luce, in pieno stile “wilderness” (la promozione del Parco è incentrata su questo aggettivo).
Dopo aver parcheggiato la macchina, da Cicogna siamo partiti per il sentiero natura denominato “Una storia d’acqua”, verso Pogallo. In realtà, non sapevamo bene cosa fosse Pogallo.
Ad ogni modo, non potevamo camminare mano per la mano. Percorrevamo il fianco ripido di una montagna. Il sentiero molto stretto vantava la stessa filosofia della strada per raggiungere Cicogna in macchina: a sinistra, puoi ammirare e pure toccare con mano la natura accanto a te, le rocce, gli alberi, i ruscelli… a destra, puoi ammirare ma non toccare, perché se ti sporgi troppo puoi cadere, rotolare e tutto il resto. E difatti, lungo il cammino abbiamo riscontrato la presenza di alcune lapidi, nativi della zona. Mi sono immaginata che doveva trattarsi di persone che avevano lavorato per costruire quell’impervio sentiero.
Giuseppe camminava davanti a me e mi avvertiva in anticipo se il terreno era fangoso o se c’era stata una frana, e le sue espressioni di meraviglia precedevano sempre le mie. Pian piano la mia fifoneria si è mitigata. E ho iniziato a godermi il paesaggio meraviglioso, con il verde immenso e in gran parte probabilmente inaccessibile della valle, attraversato spesso da ruscelli e cascate.
Al termine del nostro sentiero natura abbiamo scoperto Pogallo, raggiungibile dopo 1 ora e mezza di cammino, necessariamente a piedi: all’improvviso, si è aperta una vasta pianura con l’erba alta e un minuscola località composta da deliziose piccole baite e alcune casupole in rovina qua e là.
Al ritorno, ho insistito per camminare io davanti. Sentivo Giuseppe ridere, mentre mi diceva che era impressionante vedermi inciampare da dietro, ogni dieci secondi. E tuttavia, non cadere mai.