giovedì 11 marzo 2010

Il primo bagno

Da metà febbraio, ogni giorno, per quante volte ho controllato il sito internet di Arpa Sicilia, per vedere se avessero pubblicato qualche notizia sul concorso Arpeggi?... Non saprei dirlo… centinaia di volte, probabilmente (bè, tengo comunque il computer acceso per gran parte della giornata).
Avevo partecipato a quel concorso con il mio minicomic "
Due Papà", con il soggetto ideato dalla mia amica Manuela Coci, senza la quale questa piccola avventura non avrebbe mai avuto inizio.
Dato che il premio era in denaro, non era solo per la gloria che controllavo di continuo il sito internet di Arpa Sicilia. Anzi, da quando Giuseppe è partito per Vienna, ero messa così male che non avevo ancora fatto la spesa.
Proprio stamattina mi è arrivato il bonifico per un lavoro di lettering, così sono andata a fare il pieno per il frigo e la dispensa. Al ritorno, mentre ancora dovevo finire di svuotare i sacchetti della spesa, ho controllato la mia gmail. E ho visto una mail con oggetto: “concorso Arpeggi – esito concorso”.
Dall’emozione gioiosa sono passata allo stato di euforia urlante quando ho visto la scritta in rosso “1° premio”.

EVVIVAAAAA!!!!!!

A casa sono sola, a Pavia sono sola, ma ho subito iniziato un giro di comunicazioni: telefonata a mio papà; telefonata a Manuela Coci; sms a Giuseppe a Vienna; telefonata a mia mamma al ristorante a St. Veit, email a mio fratello e a mia sorella e via via fino a questo post.

... conto di ritornare in Sicilia per la premiazione, che pare avrà luogo fra meno di un mese. Fino ad oggi, non sapevo quando sarei ritornata in Sicilia. Adesso, la mia mente ha iniziato a galoppare così tanto che mi sono già immaginata in costume, a Catania, ad anticipare il primo bagno del 2010 ad aprile.

Adesso ho guardato il sito internet dell’Arpa Sicilia, e mi sono accorta che a partecipare al concorso di fumetti eravamo solo in due.
Di colpo mi sono sgonfiata. Com’è possibile che fossimo solo in due? A Palermo c’è una scuola di fumetto!... Ommioddio…
Leggo meglio:
“La Giuria, sulla base delle predette valutazioni, stabilisce di: […] assegnare il primo premio per la sezione II all’opera di Paola Cannatella perché “Due papà” è una storia semplice ed efficace, graficamente risolta con tratto maturo ed originale, i cui protagonisti rappresentano il modo siciliano di approcciarsi al bene comune. L’incontro casuale diventa, così, un corso di recupero per chi non ha voluto ancora imparare le regole.”
Ancora, controllo il punteggio che mi hanno assegnato: 82/100. Considerando che 10 punti venivano assegnati come “opera prima”, alla fine non mi gonfio di nuovo di gioia, ma almeno sono soddisfatta.

… torno a concentrarmi sul primo bagno: immagino il mare luccicante e la scogliera nera. Ma, ora che ci penso, l’acqua sarà di sicuro ancora un po’ fredda.

lunedì 1 marzo 2010

Meno grigio

Alle 4 di stamattina io e il mio Giuseppe ci siamo fatti strada in mezzo alla nebbia di Pavia con la macchina, fino alla stazione. Dieci minuti dopo, lui è salito su un bus, il primo dei mezzi di trasporto che lo avrebbe portato fino a Vienna. E lì rimarrà per quattro mesi, con i grandi obiettivi di realizzare l’antico sogno di trascorrere un periodo di tempo all’estero, studiare la tesi per il dottorato e parlare tedesco.
Sono tornata a casa con il senso di un vuoto immenso e le lacrimucce che non ho dovuto preoccuparmi di nascondere, dato che in giro non c’era proprio nessuno. Solo la nebbia, che a Pavia sembra un essere vivente quasi come l’Etna lo è a Catania, e ho avuto l’impressione che mi penetrasse dentro.

Eccomi dunque qui da sola. Ma il futuro è meno grigio di questa premessa che ho scritto solo per spiazzare i miei lettori!

Il martedì 23 febbraio alle 14.30, allo Sportello Giovani di Pavia, è iniziata la prima lezione del “laboratorio di fumetto: il minicomic”: si tratta di un piccolo corso base sul fumetto, gratuito, articolato in dieci incontri a cadenza settimanale, organizzato dal Comune di Pavia tramite l’associazione Gi.p.pa…. e sono io l’insegnante!
… Già da qualche settimana mi ero occupata dell’iniziativa sotto diversi altri aspetti, come la preparazione di una locandina, il volantinaggio e l’acquisto dei materiali da disegno, e ho anche messo a disposizione del laboratorio una quarantina di fumetti miei e di Giuseppe…
Poi, durante la lezione, mi sono trovata bene nei panni dell’insegnante. Ho gestito i piccoli imprevisti con un’inconsueta estrema e calma sicurezza, e non mi sono lasciata spaventare dal numero piuttosto alto di partecipanti: 23 presenti e 10 assenti. E inoltre, durante la spiegazione, SAPEVO
quello che dicevo: mi ero preparata, e per quanto consapevole di possibilità inaspettate, avevo maturato tutto quello che avevo letto, scritto, riflettuto, ascoltato. Infine, tutte queste nozioni serviranno anche a me, come fumettista: per esempio… mi vergogno un po’ a dirlo, ma è stato mentre preparavo la lezione che ho scoperto come si chiamavano le inquadrature, e in particolare, cos’era un piano americano!
Grazie a questa occasione, ho anche conosciuto altri ragazzi che vivono a Pavia - tra cui le meravigliose Laura e Francesca dello Sportello Giovani, che mi sono state di grande aiuto e sostegno – e ho sentito per la prima volta la gioia di essere qui. Insomma, credo che l’esperienza mi aiuterà a entrare in contatto con questa città.

Questo weekend sono stata a Mantova Comics & Games. Ero in compagnia di giovani amici fumettisti di belle speranze (fino a undici anni più piccoli di me!) in cui cercavo di vedere i ragazzi del mio laboratorio. In occasione della fiera, ho conosciuto dei nuovi autori Tunué, Maria Novelli (Cambio Pelle) e Hannes Pasqualini (Gietz!). Come al solito, a distanza di qualche settimana dalle ultime dediche (avevo disegnato le ultime dediche per Prospettive a fine dicembre), ero piuttosto lenta a disegnare… I lettori hanno comprato anche qualche volume di IDJ: per fortuna, ne ho trovati due su cui avevo già fatto il disegno, nel 2008!... Comunque, mi è sembrato di avere più parlato che disegnato.
Tanto per cambiare, mi sono concessa pochi momenti al di fuori dallo stand: il più sensazionale, è stato il concerto di Cristina D’Avena.
Sabato sera, siamo usciti con i Tunué, e dopo cena siamo andati in un pub irlandese, punto di ritrovo per i fumettisti della fiera. Non so come, la birra mi aveva dato alla testa in un modo drammatico: Concetta della Tunué non riusciva a smettere di ridere, dal momento che confondevo le identità di tutti gli autori di cui mi parlava e che incontravamo, scambiando le loro facce, e coniando nuovi nomi e cognomi.
Come due anni fa, abbiamo giocato a calcetto: ero stata io ad insistere, ma alla fine ho giocato solo per un minuto, ero troppo scarsa. Era un’emozione, il momento in cui infilavamo il gettone per fare uscire le palline: a volte ne usciva solo una, altre volte nove, altre volte ancora finivamo per sollevare il calcetto da terra e qualcuno lo prendeva a calci.
Alla fine, quando tutti i maschi se ne sono andati, io e Concetta abbiamo giocato uno contro uno, ma io ho perso… Nel frattempo è arrivato un celebre personaggio delle fiere di fumetti, un collezionista di disegni di nome Alfonso. Noi ragazze insieme abbiamo giocato contro di lui, e siamo riuscite a farci sconfiggere.
Domenica mattina ho partecipato alla mia prima estrazione di disegni: ho chiesto un numero per Mario Alberti, e ho vinto (è sempre grandiosa la sensazione di vincere qualcosa) la possibilità di chiedergli di disegnarmi Legs Weaver.
Ho incontrato dei lettori dei miei libri e ho ascoltato le loro parole incoraggianti, e un ragazzo che sta facendo la tesi di laurea su Prospettive mi ha portato una bottiglia di vino.

Domani ci sarà la seconda lezione del laboratorio, e il 6 e il 7 marzo andrò al Bilbolbul, a Bologna. È il terzo anno di fila che ci vado: anche quella è una manifestazione a cui mi sto affezionando, ma è l’unica in Italia a cui partecipo con la possibilità di andare in giro a vedere, ad ascoltare e a recepire, invece di sentirmi obbligata a stare quasi tutto il tempo allo stand a fare le dediche. A parte le dedicaces di domenica, a mezzogiorno.

Così, anche se il mio Giuseppe è partito, penso che sarò in grado di sopportare il cielo grigio, la pioggia e la nebbia… anzi, il tempo sta già migliorando. E devo ammettere che la primavera è piacevole, a Pavia.

sabato 13 febbraio 2010

Arrampicatori

… Questo progetto del fumetto sugli arrampicatori me lo porto dietro da più di dieci anni, e chissà quando davvero riuscirò a metterci testa come si deve. Ora che ci penso, la sua progettazione ha avuto un percorso simile a quello che poi è diventato Inchiostro di Jack…
Nel 1999, animata dal bando di un super concorso di fumetti indetto dalla Glenat (super editore francese), pervasa dalla ristrettezza delle poche esperienze di vita assaporate fino a quel momento, fantasticando su alcuni sogni ricorrenti, nacque l’idea degli arrampicatori notturni.
Naturalmente, il concorso NON andò a buon fine, ma nel corso dell’anno duemila mi appassionai a scrivere e disegnare il soggetto, i personaggi, lo storyboard e alcune tavole definitive di quella mastodontica opera a fumetti progettata in 300 tavole.
Nel 2005 preparai il progetto “City Climbers” per il primo Lucca Project Contest, e ancora non riuscivo a capire cos’è che andasse storto. Fino a quando non chiesi per email delle impressioni sul progetto da parte dell’organizzazione del Contest. Due frasi mi colpirono in particolare:
“[…] Quello che invece mi lascia un po' perplesso […] è lo stile che usi, a metà fra realismo e caricatura senza essere pienamente né una cosa né l'altra. I tuoi personaggi hanno il profilo di Betty Boop: grossa testa su corpo minuto. Ma se Betty Boop si muove in un mondo completamente "cartoonoso", i tuoi si muovono in uno scenario fantascientifico abbastanza realistico.”
“[… ] Resta poi il fatto, valido per te come per tutti quelli che hanno imparato a fare fumetti dai manga, che quello che avete preso come modello non è solo uno "stile", ma anche un modo di fare fumetto nato e sviluppatesi in quel modo proprio per le caratteristiche del mercato del fumetto in Giappone, caratterizzato da altissime tirature e da lunghezze improponibili per i nostri mercati, americano compreso. La conseguenza è che un progetto come il tuo resta, in Italia, difficilmente pubblicabile.”
Da allora, ne è passata di acqua sotto i ponti…
Oggi, il vecchio “City Climbers” ha cambiato pelle, nel titolo, nel nome e nell’aspetto dei personaggi, nel soggetto e nello storyboard che devo ancora finire di rivedere, ma la sua struttura rimane sempre massiccia ed è da definirsi il punto più importante: come deve essere disegnato.
Già un anno fa (vedi il post del 4 settembre 2008) approdai a uno stile di disegno più realistico: nello studio del personaggio protagonista, ridussi la grandezza della testa e apportai qualche piccola modifica al suo volto. Un paio di giorni fa ci sono ritornata di nuovo, e ne ho fatte delle altre. E anzi, ho corretto anche qualche piccola fesseria anatomica di cui in cinque anni non mi ero mai accorta. Infine, ho deciso di colorarla.

Nonostante l'evoluzione del suo aspetto, rimane sempre il personaggio che conosco: una ragazzina di 16 anni, bella e inquieta, con un taglio di capelli che cambia forma con un sorso di sciroppo, che soffre d'insonnia, che ama e teme il buio, combattuta fra la libertà dell'individualità e la forza del gruppo...
Oggi ho ultimato una piccola illustrazione a colori del personaggio ribattezzato come “Alicia”. E nel frattempo mi è venuta voglia di provare a disegnare anche qualche tavola di prova.
Non è che sono ancorata al passato, che non voglio andare avanti, anzi: non per niente ho cambiato i nomi al titolo e ai personaggi! Il soggetto è ancora in fase di restauro e sviluppo, ma resto convinta della validità delle idee di base.
I progetti si accumulano, gli stili di disegno sono diversi, e sempre più penso di avere bisogno di aiuto. Vorrei trovare un partner disegnatore e un partner colorista per il progetto che adesso chiamo “Igloopolis”. Sono perfino arrivata all’idea che rinuncerei a disegnarlo io stessa, se pur trovassi qualcuno adatto, anche più di me, a dargli vita. Vorrei conoscerlo…

martedì 2 febbraio 2010

Angoulême 2010


Come due anni fa, forse mi sono preparata un po’ troppo tardi per il festival di Angoulême! Quest'anno, dal giovedì 28 alla domenica 31 gennaio.
… facendo un rapido confronto con il viaggio del 2008, ecco le similitudini e le differenze:

- viaggio, principali tragitti: nel 2008 partivo da Acqui Terme (AL), quest’anno da Pavia, ma i tempi e le modalità di viaggio sono stati simili… dopo aver preso l’aereo (nel 2008 da Torino, quest’anno da Milano Malpensa) fino a Parigi, ho raggiunto Angoulême col tgv.
- viaggio, acquisto dei biglietti aerei e del TGV: 28 giorni prima del festival nel 2008, ridotti a 22 nel 2010.
- viaggio, notti: nel 2008, da un totale di 4 notti in un bb e 2 in aeroporto, sono passata a 1 notte a casa del mio amico Simone Campisano a Milano (per prendere l’autobus delle 4.30 per Milano Malpensa), 2 notti in un bb e 1 in aeroporto.
- compagni di viaggio: nel 2008 ero in compagnia di Simone, quest’anno viaggiavo da sola.
- supporto da parte del mio editore: nel 2008 ad Angoulême non c’era nessuno della Tunué, quest’anno invece erano presenti al festival con un proprio stand al Marché des Droits et Licenses. E si sono presi un po’ cura di me.
- alloggio: nel 2008 ero a Cognac, quest’anno a Champniers, con una distanza da Angoulême ridotta da 43 a soli 10 Km. Alloggiavo in un bb con i Tunuè, e ci spostavamo in auto fino al festival.
- giorni passati ad Angoulême: un giorno in meno rispetto a due anni fa… sono ripartita il sabato sera anziché il pomeriggio della domenica.
- il tempo: quest’anno c’era meno freddo, ma il cielo è stato nuvoloso, venerdì ha piovuto e sabato sono venuti giù fiocchi di neve giganteschi.
- les Bandes Dessinées di cui sono entrata in possesso: quattro acquistati (come nel 2008) più altri due rimasti orfani al Marché des Droits. Li avevano lasciati lì, in mezzo ad altri trenta! Ma io avevo il bagaglio a mano.
- persone di cui ho sentito la mancanza: lo stesso! Il mio Giuseppe! Quanto gli sarebbe piaciuto, il festival…
- oggetti smarriti ad Angoulême: lo stesso! Sia nel 2008 che quest’anno ho perso il cappello!

E adesso, passiamo ai 3 grandi temi da raccontare: il mio francese, gli italiani ad Angoulême e le impressioni sulla BD.

IL MIO FRANCESE.
Posso affermare il fatto che quest’anno le comunicazioni con i francesi sono MIGLIORATE. Le 6 lezioni di francese, che avevo frequentato nel 2008 DOPO il festival, più la visione di alcuni film in lingua con sottotitoli, a partire da un mese fa, hanno avuto un beneficio sulla comunicazione.
In realtà, nella metà dei casi in cui cominciavo una conversazione, il mio interlocutore mi chiedeva: “Do you speak english?”. Ma io dura, ribattevo: “Oui, mais je voudrais parler français.”… Insomma, io riuscivo a comprendere quasi tutto quello che mi dicevano, e sacrificavo la possibilità che forse loro NON mi capissero, pur di parlare un po’ di francese.
Sono stata al padiglione delle Selection Officielle, con i migliori 50 titoli dell’anno, e ho letto il nuovo fumetto di Frederick Peeters, Pachyderme. Poi, ci sono stati i 20 minutes avec Frederick Peeters, a cui ho assistito. Ero così felice di comprendere quasi tutto quello che diceva uno dei miei autori preferiti! Al termine dell’incontro, mi sono accorta che nessuno degli spettatori si è avvicinato al palco per parlare con lui. “Qui non si usa…” ho pensato. Così, ho deciso di andare allo stand della Gallimard e comprare la sua BD, anche per parlare un po’ con lui. Ma quando ci sono arrivata, era troppo tardi: il volume si era esaurito. Lui, l’ho visto, che stava disegnando delle dedicaces. Ho chiesto a Concetta della Tunué di farmi una foto.
Però, sono riuscita a parlare con Fabrice Neaud, uno dei miei maestri del fumetto. L’ho letto la prima volta nel lontano 1998, pubblicato in Italia da Rasputin Libri con il primo dei volumi del suo Journal. Il suo è il fumetto più autobiografico che conosca. Mi piace tutto, sia il linguaggio (anche se in lingua originale è ancora un po’ difficile per me) e graficamente, nella costruzione della tavola, con le sue personali inquadrature e la scelta dei particolari. Lo stile di disegno è realistico: così, anche se non lo avevo mai visto di persona, ad Angoulême, appena me lo sono trovato davanti, una sera all’Hotel Mercure, l’ho riconosciuto subito. Il giorno dopo era sabato, quasi le 19, l’ho rivisto allo stand delle edizioni Ego-X Comme, al padiglione Le Nouveau Monde. Ero molto emozionata, ma volevo dirgli quanto il suo Journal fosse stato importante per la mia formazione come fumettista. Che nel 2008 avevo finalmente comprato Journal (1) e (2), ma che ancora il mio francese non era molto buono, e che in futuro avrei comprato anche gli altri volumi. Gli ho farfugliato qualche cosa, in francese, lui ha risposto gentilmente “Merci”, e poi gli ho chiesto se potevo fargli una foto. E avrei anche voluto regalargli una copia del mio libro o del mio Album, in ricordo, ma mi sono accorta che avevo dimenticato tutto allo stand dei Tunué, dall’altra parte della città. Non avrei fatto in tempo ad andare a prenderlo. Che bestia!

GLI ITALIANI AD ANGOULÊME.
Tantissimi italiani… autori ed editori, che conoscevo già, che conosco solo di vista, o che ho conosciuto per la prima volta.
Fra quelli che già conoscevo: il gruppetto dei palermitani Sergio Algozzino, Marco Failla, Beatrice Gozzo e Alessandra Criseo. Francesca Follini, Giuseppe Manunta, Alberto Corradi, Andrea Mutti e Luca Malisan, e gli editori 001 Edizioni, Kappa Boys, Double Shot, Bao Edizioni, Centro Fumetto Andrea Pazienza, Canicola.
Fra quelli che conosco di vista: Sualzo e Rizzoli Lizard.
Fra quelli che ho conosciuto (anche solo per pochi minuti) per la prima volta: la coppia Giancarlo Dimaggio (psicoterapeuta e sceneggiatore per l’editore francese BDJazz) e Silvestro Nicolaci (un bravissimo disegnatore palermitano, disegnatore per BDJazz). E due autrici di Cronaca di Topolinia, Natascia Raffio e Michela Cacciatore. E Manuel Fior, che ho avuto il coraggio di importunare mentre si trovava accanto a me a sfogliare le BD della Cornelius: “Scusa, ma tu non sei Manuel Fior?... Ho comprato Signorina Else a Lucca, volevo farti i complimenti…” eccetera eccetera. Ho visto un suo libro che uscirà presto anche in Italia, per Coconino. Wow, sta diventando sempre più bravo!
… senza contare tutte le volte che ho sentito degli sconosciuti parlare in italiano.
Come mai tanti autori italiani vengono a presentare ad Angoulême i loro progetti? In che modo li propongono? E cosa penseranno di loro gli editori francesi?

IMPRESSIONI SULLA BD.
Come anche due anni fa, sono stata sopraffatta dai colori e dalla magnificenza dei disegni delle BD del mercato tradizionale, quello de Le Monde des Bulles. Sono le tavole di grandi dimensioni, i disegni e i colori così spettacolari, lo standard culturale a cui tengono i lettori francesi. Naturalmente, il discorso sarebbe molto più complicato, dato che si tratta di un mercato molto vasto, ma ce ne sono altrettanto e anche più grandi, come quello degli USA e del Giappone. E pure in Italia abbiamo una tipologia di fumetto scelta dalla maggioranza dei lettori.
Ad ogni modo, non riuscivo a credere ai miei occhi, quando ho visto allo stand della Delcourt il miglior fumetto italiano al Napoli Comicon del 2009, “In Italia sono tutti maschi” di Sara Colaone e Luca De Santis (in francese: "En Italie il n'ya que vrais hommes"). Era stato cartonato, con delle dimensioni poco più grandi del formato italiano, ma ho avuto l’impressione che venisse poco considerato dai lettori… Spero di essermi sbagliata.
Poi, osservando le BD francesi, cercavo di non farmi sopraffare dai disegni. Tentavo di capire se, al di là della bellezza delle tavole, c’era una storia interessante. Eppure, quando ho letto uno dei fumetti orfani, “La fille de Shangai”, che avevo scelto per osservare qualche nuova tecnica di disegno, ho provato qualcosa che non avevo previsto. Anche se si raccontava di banale realtà, anche se la il corso della storia era piuttosto prevedibile e alcuni dialoghi sembravano usciti fuori da una telenovela, mi sono sentita tirata dentro un altro mondo. Non che non mi sia mai capitato con un fumetto pubblicato in Italia, ma forse non mi era mai successo che la piacevolezza dei disegni soppiantasse il racconto.

Mancherebbero altri resoconti: le visite alle mostre e al museo del fumetto (che nel 2008 NON c’era ancora); tutti gli autori famosi che mi sono passati accanto; le varie differenze culturali che ho notato con la Francia (per esempio, ho scoperto che in Francia, se entri in una cioccolateria e ordini una “chocolat”, ti portano il latte col nesquik); le uscite e i ritrovi con gli altri autori di fumetti; le pietanze che ho gustato (dolci fantastici, come sempre); tutte le volte che mi sono persa o che ho dimenticato qualcosa al bb o allo stand della Tunué…
Riuscirò a ritornare ad prossimo festival di Angoulême e di riuscire a prepararmi meglio?... Sì! Forza! Daiiiii!!!

martedì 19 gennaio 2010

Pazienza...

… È quella che si dice debba armarsi un fumettista per vivere serenamente.
A volte penso di averne molta.

Pazienza, se ancora non mi hanno dato la risposta per quel progetto. E per quell’altro. E per quella collaborazione.
Pazienza, se ho ancora tante di quelle cose da imparare…
Pazienza, ho ancora molta strada da fare come fumettista.

È quello che mi dico. Però, a volte non mi ascolto.
Allora, visto che non posso mica rinunciare a quello che voglio o devo fare, mi viene l’ansia.
… anche stanotte mi sono svegliata alle 4 di notte, in preda all’irrequietudine. Mi sono alzata dal letto tre volte, mi sono raggomitolata sul divano della cucina, poi sono tornata a letto ma non ho dormito più.

Sono tornata a Pavia da una decina di giorni, e mi sembrano un’eternità. Ho un paio di grossi progetti in sospeso, ovvero a un punto in cui non posso più lavorarci, per ora, in attesa di alcune risposte che prima o poi dovranno arrivare.
Nel frattempo, che fare? Sperimentare. Abituarmi a disegnare illustrazioni, provare nuove tecniche di disegno, collaudare i colori, vedere dei tutorial on line… e dedicarmi a qualche fumetto breve.

Ho scritto un paio di nuove puntate di Olivia&Omar, ma non ho ancora voglia di disegnare le tavole.
Poi, ho ripreso lo storyboard di un fumetto di 34 tavole, che avevo scritto un paio di mesi fa. Ho provato a disegnare bene i personaggi, in una illustrazione. Lasciamo stare quante ore ci ho messo, ci sarebbe da vergognarsi. E alla fine, non so perché, non riesco a esserne soddisfatta.
Il fatto è che, se non ho storie da disegnare, non mi viene molta voglia di applicarmi al disegno. E se una storia è breve, oppure so che la sto disegnando solo per me stessa, senza alcun precisa opportunità di pubblicazione, faccio fatica a canalizzare i miei sforzi in essa.

Alla mancanza di pazienza e alle sperimentazioni, si sono alternate altre piccole attività…
Studio un po’ di francese. Fa parte dei preparativi per il festival di Angoulême.
Ho cucinato per la prima volta il cotechino (quello artigianale) con le lenticchie.
Ho comprato una stampante usata a Milano, uguale alla mia, acquistata due anni fa. Si tratta di una stampante laser a colori Samsung. La mia l’avevo danneggiata con un taglierino, all’interno, in seguito all’inceppamento di un foglio, e da allora le stampe non erano più state all’insegna della perfezione. Poi, i toner nuovi costano più di tutta la stampante. Così, grazie al nuovo acquisto (la stampante usata è in perfette condizioni), ho recuperato la buona qualità, i toner dei colori quasi tutti pieni, e tutti i pezzi di ricambio. Che affare…
Sto per concludere il lettering di un nuovo fumetto di Alfred, che uscirà a marzo per Tunué. Il titolo (provvisorio) è “Non morirò da preda”. Come per quello precedente, è stato un piacere letterarlo.
Oggi mi sono tagliata i capelli. Non ero mai stata da un parrucchiere, a Pavia, ed ero preoccupata del fatto che forse qui sarebbe stato diverso, e non ci avrei parlato. Per me, da un parrucchiere, le chiacchiere sono importanti tanto quanto il taglio. Invece, ho trascorso un’ora piacevolissima. La mia parrucchiera si chiamava Lisa… aveva solo 24 anni, ma com’era attenta, simpatica, professionale! Forse la migliore che abbia mai incontrato.
… cerco di ricordare il presente e il passato. Se voglio dormire, devo pensare meno al futuro.

lunedì 4 gennaio 2010

Mostra-Presentazione di Prospettive a Catania (2)
















































































Eh sì, questo primo post del 2010 si riferisce quasi del tutto al 2009, ovvero all’evento dello scorso 28 dicembre!... Anche se la mostra di Prospettive rimarrà alla libreria Tertulia fino al 29 gennaio.
Ho aspettato finora per avere tutte le foto a disposizione (anche se poi ho perso tempo io stessa a metterle on line), soprattutto quelle della mia amica Manuela che conservava nella sua macchina fotografica anche un preziosissimo video con il mio primo intervento durante la presentazione… che nessuno oltre me e pochi eletti vedrà mai.

L’evento è stato organizzato insieme alla libreria Tertulia, in particolare con Biagio Guerrera, personaggio di rilievo nel panorama dell’organizzazione di eventi culturali a Catania, che si occupa attivamente anche di scrittura, musica e performance.
PRIMA della presentazione, ci si è adoperati molto per capire come sfruttare al meglio lo spazio a disposizione. C’era il soppalco col parquet della libreria Tertulia e i tavolini di vetro componibili. La mostra doveva esporre delle tavole originali (matite definitive su A4) e delle tavole definitive (con le tinte piatte in violetto, i balloon e il lettering), disposte secondo le “prospettive”, in grado di condurre il visitatore dentro il racconto e non solo dimostrare i disegni. Si era deciso di disporre le tavole originali sottovetro, sul ripiano dei tavolini. Mio padre ha poi avuto la brillante idea di usare dei reggipiatti trasparenti come sostegno alle tavole definitive e mi ha aiutato a rinforzarli con filo trasparente e plexiglass. Dietro le tavole definitive sono stati riprodotti dei particolari del fumetto, ben visibili dalla libreria al piano di sotto. La mostra era infine circoscritta dalle pareti ai lati dei tavolini, a sinistra con un’introduzione, e a destra con sei illustrazioni di formato quadrato.

La mostra è stata inaugurata alle 18.30… il soppalco della libreria Tertulia ha iniziato a riempirsi di affettuosi amici catanesi, ma ce n’era qualcuno che non mi sarei aspettata di vedere, ed è arrivato anche qualche curioso sconosciuto. Alle 19.00 Biagio Guerrera ha presentato l’evento, poi la parola è passata alla mia amica Carla Condorelli... Ah, Carla è bella e straordinaria: lavora in una libreria per ragazzi, è insegnante, giornalista, cantante e performer negli Stipsy King, ed è sempre così vitale, affettuosa, precisa, professionale. Mi è stata di grande sostegno e, a differenza di me che ho ancora molto da imparare, sa parlare benissimo in pubblico.
… A proposito del video, mi sono rivista, aiutoooo! Al mio primo intervento, vabbè l’emozione, ma si sentivano un sacco di “eeeee” “iiiiii” “aaaaa”… Poi sono quasi sicura di essere andata meglio. Anche perché con Carla ci davamo man forte, ci pigliavamo un po’ in giro, facevamo battute.

DOPO la presentazione, ho chiesto a un po’ di persone cosa ne avessero pensato, in tutta sincerità. In generale, pare sia andata bene!
Sono rimasta in libreria fino alle 23, anche perché alcune persone sono arrivate molto tardi. Già alle 21 avevo un incredibile mal di testa, ma la serata è proseguita ancora al Castello Ursino insieme ai miei amicucci: ho mangiato all’arrusti e mangia che avevo disegnato nel fumetto!... In quella occasione, ho approfittato per informare il proprietario del locale del fatto che c’è un libro a fumetti che li rappresenta, con tanto di insegna, e naturalmente ho parlato anche della mostra. E la risposta è stata: “E iu c’aiu a ffari?”...
Ho dovuto spiegarglielo, anche se dubito servirà a qualcosa.
La mia città è magica.

giovedì 24 dicembre 2009

venerdì 11 dicembre 2009

Prospettive su Pulp










martedì 8 dicembre 2009

Due papà






















Non mi conosco


… devo dire, non finisco mai di stupirmi di quello che mi succede quando mi impegno a fare una cosa…

A volte, per quanto l’obiettivo che mi sono posta non sia affatto faticoso, scopro di non riuscire più a dedicarmici.
E così, “Olivia & Omar”, che avevo pensato come un minicomic composto di monotavole a uscita settimanale, si è interrotto brutalmente alla terza tavola, uscita il 21 ottobre scorso. Oggi fanno sette settimane, e non ci posso credere… Soprattutto, perché avevo iniziato la quarta tavola e non mi mancavano le idee per le successive. Mi scuso umilmente con i lettori!... Anche se non escludo che un giorno possa riprenderlo, senza impormi delle scadenze che ormai so di non essere in grado di rispettare.

È vero, qualcosa è accaduto e ha distolto la mia attenzione: Lucca Comics, le sperimentazioni con gli acquerelli, un progetto di un fumetto TOP SECRET, la caccia alle offerte di lavoro natalizie, un minicomic che ho realizzato per un concorso in Sicilia... nonché i lavori SERI per la ReNoir Comics.

Scopro che questo modo di vivere e lavorare “autogestito” che conduco da un anno e mezzo è soggetto a due estremi: da una parte, periodi in cui per riuscire a onorare gli impegni devo rimanere tappata a casa dalla mattina alla notte, dal lunedì alla domenica, conducendo una sorta di parentesi di vita, priva quasi del tutto di contatti umani e finestre sul mondo, con il mio Giuseppe che, prima di uscire di casa per andare a lavorare, mi dice: “Mangia, mi raccomando”; dall’altra parte, periodi in cui ho tutto il tempo a disposizione per dare spazio alla mia creatività e andarmene in giro... Nel mezzo di questi estremi, ci sono innumerevoli varianti, soggette anche alla connotazione più personale dell’autogestione: la concentrazione, la voglia di fare le cose, l’ispirazione, cose così.

A volte, per quanto l’obiettivo che mi sono posta sia già faticoso, scopro che immergermi completamente in esso mi procura grande gioia e risultati ancora migliori di quelli previsti, già difficili da raggiungere.
E così, dieci giorni fa, ho iniziato a lavorare a “Due papà”, un minicomic di 7 tavole, che ho realizzato per un concorso indetto da Arpa Sicilia, che mi ha segnalato una mia amica. Lei stessa mi ha proposto un soggetto, e io mi sono proprio divertita ad adattarlo a un fumetto che trattasse il rapporto fra l’essere siciliani e l’ambiente. Dopo aver prodotto lo storyboard, al fine di rispettare la scadenza, ho avuto a disposizione solo sette giorni per disegnare le tavole complete. Le ho realizzate su formato A4, quando il concorso richiedeva il formato A3: il mio principale strumento di inchiostrazione è stato un pennarello 0.05 e la mia faccia incollata al foglio, a cinque centimetri di distanza per disegnare in miniatura. Ogni volta che completavo una tavola, la scansionavo a 450 dpi per trasformarla in formato elettronico in un A3 a 300 dpi. Nel bel mezzo della realizzazione del fumetto ho avuto un blocco di 48 ore su una tavola, un compleanno, una visita di due carissimi amici che si sono fermati un paio di giorni a casa, e alla fine ho disegnato quattro tavole in due giorni, accompagnata dalla discografia completa di Goran Bregovic.
Il risultato mi ha sorpresa, la passione che ho riversato nella creazione dei personaggi mi ha fatto superare tutte le difficoltà. Inoltre, capisco che è stato grazie a quelle prime tavole di “Olivia & Omar” che ho potuto disegnare un minicomic completo con lo stesso stile di disegno. Dunque, dedico “Due papà” ai lettori di “Olivia & Omar”, rinnovando le mie scuse…
Purtroppo il concorso non prevedeva opere collettive, così, anche se ho lavorato insieme alla mia amica Manuela Coci, il fumetto verrà presentato solo a nome mio. Ma qui sul blog non sarà così!

sabato 14 novembre 2009

Da lontano

Ieri mattina ho pedalato fino al negozio di belle arti più fornito di Pavia, cioè, quello che sono riuscita ad individuare durante una delle mie rare esplorazioni della città in bicicletta. Ormai è passato un anno da quando ci abito, eppure la conosco ancora pochissimo!
Il negozio in questione si intitola "colorificio", ma comprende un'ampia sezione di ferramenta e il primo piano è tutto dedicato alle belle arti. Mi piace gironzolare in questo genere di negozi, prima di andare a cercare o a chiedere esattamente quello che mi serve. Ciò non di meno, dietro i miei gironzolamenti si nasconde lo scarso spirito d’iniziativa verso quello che ho progettato di fare… Quante volte mi è già capitato, di andare a comprare dei materiali per INIZIARE a sperimentare la pittura? Non che non l’abbia mai provata, ma ho sempre finito per abbandonare dopo aver constatato l’esito dei miei mediocri risultati.
… Oggi c’è stata una nuova prima volta con i pennelli, gli acquerelli e gli acrilici… in bianco e nero, naturalmente. Per adesso non posso chiedere di più a me stessa. Ho pensato di prendere due piccioni con una fava, così da sperimentare la pittura e studiare i diversi tratti somatici di bambini e ragazze di paesi lontani. Ho disegnato con il computer acceso davanti a me, con le foto delle immagini a cui mi sono ispirata, con dei soggetti che mi piacevano molto… Prima ho disegnato una bimba cambogiana, poi un bimbo del Ruanda e ho concluso con un tris di ragazze del Sudan... Al momento, direi che hanno fatto quasi tutto i soggetti.
Presto dovrò passare anche agli sfondi e ai paesaggi, però!

martedì 3 novembre 2009

BLUSH a Lucca Comics

E allora, il report annuale di Lucca Comics…
Inizio a notare che dal 2007 – da quando fu pubblicato IDJ – e con il passare degli anni, circoscrivo sempre di più la mia area d’azione nella manifestazione!
Ogni tanto mi è capitato di aprire la mappa di Lucca C&G e vedere che in effetti non mi sono mossa granchè… A parte il padiglione editori a Piazza Napoleone, dove entravo e uscivo – per fumarmi una sigaretta in compagnia o per mangiare – di continuo, mi sono resa conto che ho gironzolato anche e solo a Lucca Junior, al Padiglione editori a Piazza S. Michele e al Palazzo Ducale per le esposizioni. Insomma, non ne vado fiera. Da parte mia, avrei una giustificazione che va oltre il mio impegno a trascorrere la maggior parte del mio tempo dai Tunuè: un doloroso mal di schiena si è impossessato del mio cervello e mi suggeriva di starmene seduta buona il più possibile.
Eppure, l’umanità che ho trovato fra le mie quattro mura la sento sempre più intensa, mi è capitato di volere un gran bene a qualcuno, o di sentirmi dire certe cose che, se fossi stata in un fumetto, ci sarebbe stata una vignetta con il mio viso stupito e accanto l’onomatopeia BLUSH.

29 OTTOBRE, giovedì. Reduce dalla sveglia delle 5.30, riesco ad arrivare di buon mattino a Lucca. Mi accorgo che all’interno del padiglione di piazza Napoleone lo stand Tunuè si trova dalla parte opposta rispetto al 2008, cioè, nella parte più lontana rispetto all’ingresso principale. Insomma, c’è il pericolo che la maggior parte dei visitatori giunga a noi solo alla fine…



Non siamo ancora in molti, gli autori allo stand. Oltre me, solo Paco Roca e Gud.
Una nuova uscita della Tunué: la collana album, tra cui anche quello intitolato a me. Una specie di book tascabile, davvero carino.
Approfittando dei toni ancora bassi, faccio un giro per i vari stand, accompagnata dall’impressione che la “concorrenza” sia molto aumentata. Vedo un mucchio di roba che vorrei comprare, ma decido di rimandare tutti i miei acquisti al weekend – così, senza un motivo preciso. Giusto il tempo di ricevere una telefonata nel pomeriggio dal mio Giuseppe e sapere che l’indomani sarebbe andato a pagare anche da parte mia quasi duecento euro per una spesa burocratica imprevista che riguarda la nostra casetta a Pavia.
Ad ogni modo, trascorro questa prima giornata con una certa serenità e senso di beatitudine, salutando un po’ di persone ai vari stand. Incontro spesso Francesca Follini, e ogni volta abbiamo qualcosa di cui chiacchierare.
C’è anche il mio amico Simone Campisano, che gironzola per Lucca. Ci incontriamo spesso e alla fine prendiamo una birrozza insieme. Mi racconta della sua bella esperienza con il primo “Workshop Intensivo di Teoria e Pratica del Fumetto per giovani autori non professionisti”. Sono quelle occasioni di cui è una fortuna poter approfittare per primi. Sono contenta per lui!
La sera, dopo le sette, la schiena comincia a farmi male. Ops. Era successo anche un anno fa, ma mi ero stupidamente convinta che non fosse una cosa di cui preoccuparmi seriamente. Che cos’è che ha Lucca di particolare che me lo procura? La forma delle sedie? L’altezza dei tavoli?... Ad ogni modo, presto diventa insopportabile. Desidero solo avere la possibilità di avere un pezzo di pavimento tutto per me per fare un po’ di stretching. Per farla breve, andare al B&B che hanno prenotato i Tunuè. Ma prima, andiamo tutti ad assistere alla premiazione Gran Guinigi al Teatro del Giglio.
Sapevo che quest’anno non ci sarebbe stato il buffet – ahimè – e forse per farlo dimenticare meglio è stata scelta una location più spettacolare, ma la premiazione mi ha lasciata piuttosto delusa, sia per i premi che per l’organizzazione… Ne parlano a questo articolo:
http://www.loschermo.it/articolo.php?idart=22559.
Per quanto riguarda l’assegnazione dei premi, poi, mi trovo d’accordo con Claudio Stassi…
http://stassiclaudio.blogspot.com/2009/11/gran-guinigi-2009.html
… e aggiungo che, prima di procedere ai nominati, avrebbero potuto indicare una rosa di candidati. Proprio quest’anno che c’è stato un aumento della produzione anche da parte di bravi autori italiani… Per esempio, abbiamo saputo da Marco Corona – uno dei giurati - che un titolo Tunuè, “Nessun Ricordo” di Giovanni Marchese e Luca Patanè, era arrivato piuttosto in alto. Per loro, se questa informazione fosse arrivata perlomeno al pubblico della sala, sarebbe stata una bella soddisfazione.
Novità… è stato istituito un premio da parte della Repubblica Italiana a un autore di fumetti, Sergio Toppi, quest’anno. Non so bene in che cosa dovesse consistere, ma speriamo che in futuro decidano di convertirlo anche in una somma di denaro che male non farebbe ai fumettisti…
Dopo la premiazione, siamo andati al B&B. Abbiamo cenato con un buon piatto di pasta col tonno, e dopo siamo rimasti solo in quattro. Davanti ai nostri bicchieri di vino che si andavano svuotando e riempiendo, io, Gud e i miei editori maschietti, Massimiliano e Emanuele, abbiamo iniziato a discutere per ore, mostrando aspetti diversi nei pareri e nei punti di vista di editori e autori. Mi sono ritrovata ad ascoltare molto e a parlare poco: il vino mi aveva fatto passare il senso di beatitudine e il percorso che ho davanti come fumettista mi sembrava di colpo troppo lungo e ingrato. Forse ho perfino straparlato, nei pochi momenti in cui ho aperto bocca. Ma alla fine, il confronto è stato molto utile. Ci credo, nei Tunué.

30 OTTOBRE, venerdì. Al B&B Tunuè, entrano silenziosamente nella mia camera i maschietti armati di cuscini per dare la sveglia a me e a Concetta. Ma io sono già sveglia, e reagisco scalciando e facendo roteare il mio cuscino su di loro.
Cominciano ad arrivare un po’ di personaggi allo stand dei Tunuè, tra cui alcuni che non avevo mai incontrato, Stefano Piccoli e Marco Pellitteri (un altro siciliano!).
Qualcuno mi dice che hanno pubblicato sulla fotogallery di Lucca Comics questa mia foto, intitolata “Paola Lonatella”.
A pranzo, passo un po’ di tempo con una mia amica, Francesca, che abita a Pescia, poco distante da Lucca: mi ha ospitato lei, un paio di volte, nel 2005 e nel 2006, seguendo i miei esordi. Ci siamo incontrate dopo tre anni! Mi ha fatto davvero tanto piacere ascoltarla e poterle regalare il mio miglior frutto, Prospettive.
Alle 16 vado allo Showcase di Vittorio Giardino. Dopo, aspetto di regalare anche a lui una copia di Prospettive allo stand Edizioni del Grifo, sopportando qualsiasi mal di schiena pur di potergli parlare un po’. E in effetti lo abbiamo fatto. Ogni cinque minuti io dicevo “Ti accompagno”, e conservo un ricordo bellissimo della scorta che gli ho fatto fino all’ingresso del suo hotel. E inizio a rendermi davvero conto di alcune cose … tra le altre, che sono fortunata ad avere un fidanzato che capisce di fumetti e che nel mio lavoro mi è sempre vicino, che dovrei essere felice del fatto che il mio editore mi ha sempre lasciata molto libera di esprimermi e che ci vuole del tempo per tutti, per raggiungere certi risultati nel disegno.
Dopo la chiusura della manifestazione, siamo tornati al B&B per il party Tunuè. Io la chiamavo fiesta, anche a ragione di tutte le persone che parlavano in spagnolo presenti. Non so bene com’è stato possibile, ma quella casa si è riempita di tanta gente. Credo che ad un certo punto fossimo anche in quaranta, là dentro. Questa volta il vino mi è preso proprio bene: ero allegrotta, ho tirato fuori il mio umorismo, mi sono sentita stimata e voluta bene, mi sono proprio divertita. Abbiamo continuato la serata alla festa dei 30 anni della scuola Internazionale di Comics, e anche lì la compagnia è stata molto piacevole. Soltanto di tanto in tanto, mi rendevo conto la schiena era davvero dolorante e ho pensato che dovrò seriamente farmi vedere da un medico, al mio ritorno a Pavia.

31 OTTOBRE, sabato. Al risveglio, trovo al B&B Tunuè un po’ di persone che hanno passato la notte a dormire per terra, con sacchi a pelo e piumini. Vengo a sapere da Giovanni Marchese che una delle ragazze ha urlato due volte nel sonno. Faccio colazione a un bar con una delle mitiche paste di riso che mi piacciono tanto.
Acquisto i primi fumetti: dai Tunué, il nuovo libro di Paco Roca, “Le strade di sabbia”; da Coconino, “Come un guanto di velluto forgiato nel ferro” di Daniel Clowes, “Lo scontro quotidiano 2” di Manu Lacernet e “Signorina Else” di Manuel Fior… ripasso più volte nella speranza di trovare Igort, a volte aspetto parecchi minuti, ma è una di quelle giornate in cui mi sento in soggezione o che mi sembra davvero troppo impegnato . A ora di pranzo, uno studente dell’Università di Verona mi intervista su Prospettive e registra tutte le mie divagazioni sull’argomento: le diverse rappresentazioni che vari autori e autrici di fumetti hanno saputo dare di località e città italiane e di come lo "sfondo" abbia acquistato una grande importanza nel fumetto, in alcuni casi pari a quella dei personaggi. Ci sediamo a parlare sulle mura di Lucca, godendo del bel tempo. La zona dei cosplayers è da un’altra parte, ma ne vedo qualcuno che mi piace. Mi faccio una foto con l’omino di marzapane di Shreck.
Nel pomeriggio, viene a cercarmi una lettrice appassionata dei miei libri. È una donna adulta di nome Laura, il suo compagno le sta vicino e condivide con poche parole il suo entusiasmo. Mi fa tenerezza. Acconsento a fargli il ritratto su un cartoncino nero, grande quasi quanto un A4. In quel momento, allo stand Tunuè non c’è spazio per tutti gli autori presenti, così mi metto fuori. Simone si siede accanto a me, va e torna, e io sono ancora lì a disegnare. “Spicciati!” mi dice.
La sera, ceniamo ancora al B&B con pasta alla carbonara – si improvvisa cuoco anche Luca Russo - , e siamo ancora in tanti. All’improvviso, una sopresa: mi telefonano i miei amici fumettisti catanesi Kanjano & Ferro, mi dicono che sono appena arrivati a Lucca. Dopo cena, decido di raggiungerli a Piazza Frediano. Baci, abbracci, come stai, che mi racconti, com’è stata Lucca finora, cavolate varie… Mi dicono che sono venuti soprattutto per promuovere il loro fumetto/carnet di viaggio “Europa 2009 d.c.”, di cui le prime 31 pagine su
http://www.kanjano.org/2007/?p=324.
Prendiamo la macchina e continuiamo la serata fuori Lucca, in un locale che si chiama “Prodotto non conforme” e c’è una bella atmosfera familiare. Prendiamo tutti una “bomba” (rum, caffè, bacardi, zucchero di canna, scorzetta di limone) che mi fa passare il sonno di colpo. Finiamo sul retro del locale con il proprietario che ci mostra il suo bellissimo furgone Volkswagen.
Torno al B&B alle tre, ma per fortuna Concetta riesce a sentire che la chiamo sul cellulare per farmi aprire la porta…

1 NOVEMBRE, domenica, ultimo giorno. Decido di vivere in modo più fruttuoso il mio soggiorno a Lucca, così vado un po’ in giro a consegnare i miei cv come letterista. Pochi, rispetto a quelli che ho in borsa, ma è pur sempre un inizio.
Scopro che sulla Gazzetta dello Sport, a pagina 40, è uscito un articolo che parla dei Tunué e anche di me. Evviva!
Ripassa dallo stand l’ammiratrice di nome Laura e, per ringraziarmi del ritratto, mi regala un pacco di biscotti tipici Veneziani. Incredibile…
Disegno un po’ allo stand, ma il tempo inizia a stringere. Andrò via verso le 16.30, in treno.
Fino all’ultimo minuto a Lucca, continuo a ripassare allo stand Coconino, e aspetto ancora Igort, ma lo vedo solo per pochi minuti, e mi sembra sempre impegnatissimo: dopotutto è l’ultimo giorno di fiera anche per lui, mi riferisce Davide Reviati. Se il tempo stringe per me, penso, figuriamoci per lui. Ad ogni modo, l’attesa è sollevata dalla bella chiacchierata con Davide, e dai suoi suggerimenti. Me lo segnala lui, e compro il nuovo fumetto di Andrea Bruno, “Sabato Tregua”, un volume di grande formato, 30x42. Poi, mi deciderò a scrivere una mail a Igort, per quello che avrei voluto dirgli.Per questioni di lavoro e di amicizia vado un paio di volte allo stand Kappa Edizioni… Il loro catalogo mi piace sempre di più. Sono contenta di parlare con Vincenzo Sarno, Giovanni Mattioli, Vanna Vinci e Andrea Accardi. Concludo la mia giornata con un paio di altri BLUSH...